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Dossier Se i big dei mercati guardano alla Sicilia

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Dossier | N. 51 articoliElezioni regionali siciliane 2017

Se i big dei mercati guardano alla Sicilia

Il voto in Sicilia, come di norma per le amministrative, non è un “barometro” delle elezioni generali e questo i mercati lo sanno: tuttavia hanno acceso i radar. Se il M5S dovesse stravincere, una reazione a caldo negativa ci sarà, dice Marc Ostwald Global Strategist di ADM, che però teme di più la sottovalutazione degli impatti del taglio del QE dal 2018. Per Stephanie Kelly, political economist di Standard Life Investments, «le elezioni in Italia preoccupano gli investitori per l’esito incerto. L’Italia ha bisogno di stabilità politica e governabilità per sostenere l’economia con riforme pro-competitività».

Federico (Unicredit): per mercati Rosatellum riduce rischio M5S al potere
«Mi aspetterei una reazione negativa dei mercati nel caso di un’ascesa forte dei Cinque Stelle in Sicilia come primo partito - sostiene Loredana Federico, chief economist di Unicredit a contatto con i grandi portafogli internazionali. Ma va oltre. «Il voto potrà avere una triplice valenza per i mercati: un test sulla performance del M5S, i mercati cioè guarderanno se c’è una reale corrispondenza tra i sondaggi e i voti raccolti; una verifica sulla presa elettorale della coalizione di centrodestra tra Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia e non da ultimo potrebbe emergere la debolezza del centrosinistra, in particolare del Pd, che diviso non riesce ad essere competitivo». Il Rosatellum 2.0 «è stato bene accolto dai mercati perché potenzialmente riduce il rischio di M5S al potere come primo partito», ricorda Federico, e aggiunge: «è un fenomeno tutto italiano quello di riuscire a impegnare i mercati con un tale anticipo di cinque/sei mesi dalle elezioni».

Balboni (Hsbc): in calo il timore di un’Italia fuori dall’euro
Per Fabio Balboni, economista di Hsbc, «un possibile risultato negativo per il Pd non dovrebbe destare grandi sorprese visti i sondaggi». Ci sono altri fattori più importanti nel determinare le dinamiche di mercato: «Il tapering poco aggressivo da parte della Bce significa che, secondo le stime Hsbc, almeno fino al terzo trimestre del 2018, continuerá a comprare ogni mese (inclusi i reinvestimenti dei titoli a scadenza) circa tre-quarti dei BTp che acquista oggi». Inoltre «la maggiore preoccupazione da parte del mercato di una possibile uscita dell’Italia dall’euro dopo le elezioni é diminuita fortemente dopo che i partiti euroscettici sono più morbidi, e poi le sorprese positive sulla crescita aiutano». Secondo Balboni il mercato sta sottostimando il rischio di instabilità politica dopo le elezioni e le possibili difficoltà nella formazione di un governo. «Questo può portare a un rallentamento delle riforme e del consolidamento del debito, al momento della probabile fine del QE, quando l’Italia dovrá imparare a stare in piedi da sola nei mercati».

Alloatti (Him): vittoria M5S coglierebbe mercati di sorpresa
Per Filippo Alloatti di Hermes Investment Management,
«un grande successo del M5S in Sicilia coglierebbe i mercati di sorpresa e riaccenderebbe il fuoco del populismo, sparito per ora. Ma i mercati guarderanno più al grado di debolezza del Pd, sebbene abbiano gradito il Rosatellum e il rischio del M5S al governo sia pressochè nullo». Il Pil ha una crescita tendenziale dell’1,3-1,4% «molto più alta dell’1% atteso» ma per Alloatti «continueranno a pesare l’alto stock del debito pubblico, la scarsa competitività data dal costo del lavoro per unità di prodotto, la fine del QE e l’inizio del rialzo dei tassi». Inoltre un governo in uscita «sarà un elemento importante di valutazione dei mercati nel momento in cui l’Italia sarà chiamata a negoziare, nei primi mesi del 2018, le nuove modalità di smaltimento dei crediti inesigibili e l’addendum Bce». Per Stefan Kreuzkamp, Cio di Deutsche AM, gli eventi politici fanno notizia ma se non cambiano l’andamento dell’economia la reazione dei mercati resta temporanea: «l’Italia sembra avviata sulla strada della ripresa, il miglioramento della bilancia dei pagamenti è spettacolare». Moody’s assegna alla Sicilia rating speculativo Ba1. Massimo Visconti e Gianluca Beltracchi, analisti per la Regione, sottolineano lo strettissimo legame tra Stato e Regioni. L’outlook negativo sulla Sicilia è legato a quello della Repubblica italiana, modificato nel dicembre 2016 da stabile in negativo dopo l’esito del referendum e il “no” alla riforma costituzionale, prevedendo un periodo di alto livello di incertezza politica e implementazione lenta delle riforme strutturali.

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