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Dossier | N. 51 articoliElezioni regionali siciliane 2017

Sicilia, il match tra l’antigiustizialismo del Cavaliere e lo slogan onestà di Grillo

Dei tanti aspetti che le elezioni siciliane mettono sul tavolo, uno è diventato più attuale anche per le ultime notizie di cronaca giudiziaria e riguarda lo scontro frontale tra Berlusconi e Grillo fatto sui temi della giustizia e del giustizialismo. Ieri il Cavaliere, dal teatro Politeama di Palermo, ha trovato il suo bersaglio polemico preferito proprio nei 5 Stelle accusandoli, appunto, di volere una giustizia sommaria e strapazzando il loro elettorato che in genere gli altri partiti cercano di conquistarsi. «Chi vota il M5S è una persona che non ragiona, che non ha testa. I 5 Stelle sono pauperisti e giustizialisti, odiano gli imprenditori, i risparmiatori, il ceto medio». Questa volta non ha detto che Piercamillo Davigo è il loro candidato premier ma il tono era quello di mettere di nuovo all’indice quella priorità grillina che si riassume nello slogan onestà.

Se lo scontro elettorale su questi temi si infuoca dipende anche dal fatto che, come si diceva, gli ultimi giorni hanno portato un po’ di novità proprio a ridosso della vigilia del voto siciliano: quella sul boss Graviano che accuserebbe Berlusconi di collegamenti con la mafia nelle stragi del ’92 e ’93 mentre proprio ieri sono uscite (dopo la prescrizione) le motivazioni della sentenza su un’altra inchiesta, quella sulla compravendita dei senatori all’epoca del Governo Prodi in cui i giudici scrivono di un Cavaliere «privato corruttore». Insomma, torna il Berlusconi di un tempo e la Sicilia diventa il teatro di una sfida che ha anche la legalità come portata principale: il cavaliere che attacca Grillo sul giustizialismo e lui che sventola la bandiera dell’onestà. In ballo non ci sono solo le vicende giudiziarie dell’ex premier ma soprattutto le cosiddette liste di impresentabili su cui punta l’indice il Movimento e che Berlusconi, ieri, ha liquidato con semplicità: «Agli elettori dico: se pensate che lo sono, non votateli».

Il punto è che finora il tallone d’Achille del Cavaliere, anche a ridosso del voto, si è trasformato nel suo punto di forza ma la novità di domenica è proprio la sfida con i 5 Stelle. Ossia se davvero l’ingresso sulla scena politica dei grillini possa dare un’influenza e un peso diverso che nel passato alla questione-giustizia. Anche in Sicilia. A questo argomento, Berlusconi oppone quello della capacità di governo, dell’esperienza contro la spinta legalitaria o “giustizialista”, come la chiama lui. Ed è proprio il “fianco” su cui Di Maio e i suoi sono più esposti perché arrivano al voto siciliano dopo un anno dalla conquista di Roma e con un primo bilancio molto deludente.

Ecco quindi che le urne di domenica potrebbero distribuire i primi pesi: conterà più l’argomento dell’uno o dell’altro? Anche sotto questa luce si potrebbe leggere l’esito siciliano. Una vittoria del Movimento vorrebbe dire che la credibilità non è stata scalfita nonostante i risultati nell’amministrazione delle città, Capitale in testa. Quella del centro-destra, e di Forza Italia innanzitutto, che l’impatto giudiziario nel caso di Berlusconi continua a contare molto poco nonostante la nuova spinta grillina.

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