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Dossier The Jackal, quando il precariato ha una soluzione extraterrestre

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Dossier | N. 22 articoliFesta del cinema di Roma 2017

The Jackal, quando il precariato ha una soluzione extraterrestre

The Jackal, come dire quando il precariato ha una soluzione extraterrestre. Dopo tre anni di rumors alla Festa del cinema di Roma è stato presentato Addio
fottuti musi verdi
, action comedy social fantascientifica diretta da Francesco Ebbasta (all’anagrafe Francesco Capaldo). Opera prima del gruppo napoletano di filmmaker webstar The Jackal, protagonista di milioni di visualizzazioni con serie, tormentoni e video ironici (da lost in Google a Gli effetti di Gomorra sulla gente) che debutterà nelle sale con 250 copie. Nel film che ha debuttato alla Festa del cinema in Alice nella città, i protagonisti sono volti social come Ciro Priello, Fabio Balsamo, Alfredo Felco, Simone Ruzzo, in un cast che comprende anche Roberto Zibetti, Beatrice Arnera e cameo di Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito e Gigi D'Alessio.

Quando il precariato ha una soluzione extraterrestre
Il tema del precariato perenne in Italia, protagonista del film, ha qui una soluzione extraterrestre: sono infatti gli alieni, ad offrire un contratto a tempo indeterminato a Ciro (Priello) grafico pubblicitario trentenne che si mantiene lavorando a Napoli in una friggitoria cinese. E l’avventura tra terra e spazio si trasformerà in una comica battaglia per salvare la razza umana.

Se non trovi la tua strada è giusto partirte
In Italia non è facile trovare la propria strada, «ci provi dieci volte, ma se non ci riesci - hanno dichiarato Francesco Capaldo e Ciro Priello -è giusto partire. Bisogna innanzitutto realizzare se stessi e poi forse si può tornare arricchiti dalle esperienze fatte». L’idea di fare un film sul precariato è nata, ha spiegato Capaldo, «perché è molto presente nella società e nel nostro settore, quello della comunicazione. È difficile riuscire a raccontare le storie che vuoi. Noi ci siamo riusciti Avremmo potuto fare un film su Gli effetti di Gomorra sulla gente come ci chiedevano in tanti, invece con Cattleya (che produce con Rai cinema) abbiamo potuto realizzare un progetto in cui credessimo davvero».

I modelli da Troisi a Independence day
Per il gruppo, che ha fra i propri modelli, Troisi, le commedie di Edgar Wright e i Monty Python, la fantascienza è una vecchia passione: «da ragazzini andammo a vedere Independence day il blockbuster per eccellenza, bello e tamarro. Da lì è nata la nostra voglia di giocare sul genere, come avevamo già fatto in Lost in Google». Perché il cinema? «L’idea è venuta dall'esigenza di raccontare una storia più lunga - ha spiegato Priello - che rispettasse il linguaggio canonico cinematografico, ma senza tradire ciò che siamo sempre stati, per questo speriamo il nostro pubblico ci segua». La difficoltà maggiore è stata mantenere il ritmo per un'ora e 30 e correggere via via tutte le cadute di tono, hanno spiegato.

Budget da 2,4 milioni di euro
Addio fottuti musi verdi ha avuto un budget di circa 2 milioni e 400 mila euro, più alto rispetto alla media delle opere prime in Italia: «Così è stato possibile realizzare il film che volevamo - dice Riccardo Tozzi di Cattleya - anche grazie a The Jackal, che sono di una precisione svizzera». Tra i momenti più divertenti della storia c'è il cameo di Gigi d'Alessio, più volte 'bersagliato' in passato dal gruppo: ''gli abbiamo spiegato la trama e il personaggio, lui ci ha pensato un attimo e ci ha detto 'guaglio' e provamm, facimm' - racconta Francesco Capaldo . Si è prestato a ironizzare su se stesso con un'intelligenza fantastica''. Ora stanno già lavorando a nuovi progetti cinematografici ''ma non di fantascienza. Ci piacerebbe sperimentare nuove storie e generi”.

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