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Fico, la Disneyland del cibo pronta al debutto

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A Bologna dal 15 novembre

Fico, la Disneyland del cibo pronta al debutto

La Disneyland del cibo, il parco dedicato alla biodiversità dell’agricoltura italiana, il primo al mondo per dimensione e contenuti, aprirà a Bologna il 15 novembre. E’ F.I.CO. (Fabbrica Italiana contadina) una struttura di 10 ettari, sorta su quello che era il mercato ortofrutticolo CAAB, destinato alla dismissione ora risorto a nuova vita. Un percorso chilometro da visitare in bici dove il tema sarà la didattica: due ettari di campi e stalle con più di 200 animali e 2000 cultivar all’aria aperta ed 8 ettari coperti che ospitano i percorsi per capire la trasformazione alimentare con le diverse filiere per la produzione di carni, pesce, formaggi, pasta, olio, dolci, birra. E ancora botteghe, mercati, ristoranti, un campo da calcetto, aree dedicate ai bambini e alla lettura, un centro congressi in grado di ospitare fino a mille persone, tutto coordinato dalla Fondazione Fico a cui collaborano ai progetti didattici l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna, l'Università di Trento, l'Università Suor Orsola Benincasa, l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e il Future Food Institute.

Fico, la Disneyland del cibo

Raccolti 120 milioni da investitori privati
Dal campo alla forchetta in questo Expo permanente che doveva sorgere subito dopo la chiusura dell’Esposizione universale di Milano (Feed the planet). Mancano pochi giorni all’inaugurazione del 14 novembre alla quale parteciperà il premier Paolo Gentiloni. Un’operazione pubblico-privata, quella di Fico, dove il pubblico è rappresentato dal conferimento da parte del Comune di Bologna della struttura dell’ex mercato ortofrutticolo, valutato 50 milioni di euro e da una concessione per 40 anni, e il privato rappresentato dai 25 investitori che hanno apportato complessivamente 120 milioni di euro al fondo Pai, gestito da Prelios con il compito del fund raising che ha raccolto più di quanto era stato previsto inizialmente. I fondi sono serviti per realizzare i lavori di ristrutturazione e la costruzione della struttura oltre all’ albergo da 200 posti che sarà costruito alle porte di Fico.

E’ lungo l’elenco dei soci che hanno contribuito al fund raising: circa il 38% del capitale è stato sottoscritto dai principali Enti Previdenziali italiani delle professioni come la Cassa Forense, Enpam, Enpav, Epap, Enpab, Enpaia, Inarcassa ed Eppi, un altro 30% è stato sottoscritto da banche, fondazioni bancarie, Camera di Commercio di Bologna, Coop Reno, Coop Alleanza 3.0, Eataly e Prelios SGR. Il resto è nelle mani del Caab, la società del Comune di Bologna che gestisce la struttura destinata a Fico precedentemente occupata dall'ex Mercato Agro-Alimentare di Bologna. Un finanziamento quello delle casse previdenziali che si coniuga con la volontà di investire in un asset reddituale, ma anche di partecipare a un progetto che ha come obiettivo quello di fare cultura nel campo nutrizionale e degli stili di vita di una corretta alimentazione.

Un modello in cui confluiscono investitori privati e università, con il compito di creare occupazione (sono previsti più di 700 i nuovi posti di lavoro, a cui se ne aggiungono altri 3mila per l’indotto), ma anche un ritorno per gli investitori, circa il 6% di rendimento l’anno e un fatturato a regime stimato tra 85 e 90 milioni di euro.

Farinetti: «Puntiamo a 6 milioni di visitatori»
«Puntiamo a portare 6milioni di visitatori entro i prossimi tre anni e farlo diventare un volano per il turismo e l’export di uno dei nostri patrimoni riconosciuti in tutto il mondo, il cibo ». Oscar Farinetti, patron di Eataly, è il testimonal di Fico-EatalyWorld di cui è anche socio direttamente e attraverso la sua creatura destinata a quotarsi in Borsa entro il 2019. E proprio Eataly che rappresenta l’anima commerciale della struttura, avrà il compito di fare da volano di Fico: «Creeremo dei corner all’interno dei punti vendita di Eataly in Italia e all’estero dedicati a Fico perché diventi un volano per il turismo e per i suoi 53 siti riconosciuti dall’Unesco. Gli americani hanno inventato Pippo, Pluto e Paperino. Noi, invece, abbiamo un patrimonio mostruoso da valorizzare».

Le dispiace non avere realizzato Fico nella sua Torino? «Ci stavo pensando da tempo quando da Bologna è arrivata la proposta: la città è posizionata benissimo ed è raggiungibile in poco tempo. Senza dimenticare che in Emilia Romagna ci sono Parma con le sue eccellenze alimentari e la Romagna con il turismo entrambi bacini di attrazione per visitatori italiani e stranieri». Le collaborazioni con Enit, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane vanno in questa direzione: «L’ultima che abbiamo firmato la collaborazione con Poste Italiane consentirà di spedire interi prosciutti e forme di parmigiano in tutto il mondo». Dal turismo al business con il centro congressi che può ospitare fino a mille persone ed è già prenotato fino a marzo.

Farinetti appena tornato da Los Angeles per l’apertura del nuovo Eataly pensa ai nuovi progetti «tutti nel campo ambientale» perché «l’obiettivo è salvare il pianeta (...) Non lo salvo io», scherza. «Questo secondo me è il mestiere del futuro, che creerà nuovi posti di lavoro», ha affermato il manager. «Immaginate la creatività italiana, pale eoliche disegnate da Renzo Piano, i pavimenti fatti dal distretto di Forlì che creano energia», ha detto facendo qualche esempio. Fico ci prova con l’impianto fotovoltaico più grande d’Europa e un’organizzazione che punta sul riciclo e sul recupero degli scarti alimentari. Entrare dentro Fico sarà gratis, raggiungibile dalla stazione dei treni e dall’aeroporto di Bologna con bus ibridi ogni mezz’ora.

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