Anche se gli exit poll e le prime proiezioni attribuiscono un vantaggio a Nello Musumeci, per conoscere il vincitore delle elezioni siciliane e quindi il nome del futuro governatore bisognerà attendere la fine dello spoglio. La distanza tra il candidato del centrodestra Musumeci e il grillino Cancelleri non è sufficiente a dare per scontato l'esito finale. Ma alcune risposte queste elezioni le hanno già date e i loro effetti vanno ben oltre la Sicilia. Un primo dato significativo è la sconfitta della sinistra, tanto di quella renziana che di quella «bersaniandalemiana»: entrambi i loro candidati sono stati condannati ad essere meri spettatori della partita che ha avuto come unici protagonisti il centrodestra e il M5S.
Alfano rischia di rimanere fuori
Una prospettiva che potrebbe ripetersi anche alle prossime politiche. Anche perché - e questo è il secondo indizio rivelatore - il contributo della pattuglia centrista va decisamente ridimensionato, se verrà confermato che Ap, il partito del ministro degli esteri Angelino Alfano che in Sicilia ha la sua principale roccaforte, non riuscirà neppure a entrare a Palazzo dei Normanni non avendo superato lo sbarramento del 5 per cento.
Centrodestra costretto a rimanere unito
Altrettanto evidente è anche la ritrovata forza del centrodestra che la probabile elezione a governatore di Musumeci non potrà che enfatizzare. Una vittoria che attutisce anche i malumori interni all'alleanza. Ognuno dei partiti che hanno sostenuto questa battaglia può infatti sventolare una bandiera: Berlusconi quella del primato di FI tra i partiti della coalizione, Giorgia Meloni quella di aver per prima puntato su Musumeci che appartiene alla stessa storia di destra di FdI, Salvini di essersi dedicato a questa campagna elettorale senza risparmiarsi.
Certo gli equilibri altrove sono diversi. Al nord è la Lega a farla da padrone. Ma il risultato siciliano conferma che solo l'alleanza con Fi può rendere competitivo il centrodestra e quindi anche il partito di Salvini se l'obiettivo è la conquista del Governo alle prossime politiche.
La sconfitta di Cancelleri boccone amaro per Di Maio
Infine i 5 stelle. Per loro la possibile sconfitta di Cancelleri è certamente un boccone amaro da digerire. Soprattutto per Luigi Di Maio che sul candidato governatore ci aveva messo la faccia. I grillini possono però esultare per il risultato del movimento che è il primo partito dell'isola. Uno scenario anche questo che potrebbe riproposi a livello nazionale, a meno che Grillo non riconsideri il principio dell'autosufficienza e quindi della negazione di qualunque alleanza, che finora è stato per il movimento un imperativo categorico. Le lezioni (e quella siciliana lo è certamente per tutti) servono proprio per evitare di ripetere gli stessi errori.
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