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Dossier Regionali siciliane, lo spettro dell’astensionismo

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Dossier | N. 51 articoliElezioni regionali siciliane 2017

Regionali siciliane, lo spettro dell’astensionismo

Le uniche code visibili sono quelle del solito traffico palermitano e quella dell'ufficio elettorale del Comune per il ritiro della tessera elettorale. Anche lì, però, l’attesa dura pochi minuti: l’assalo per riavere il duplicato della tessera elettorale non c’è stato e la macchina del Comune è piuttosto efficiente. Se non ci fosse un po’ di confusione negli uffici del Comune questa sarebbe una domenica come tutte le altre: clima mite, solita passeggiata e via andare. Le elezioni regionali appaiono come un evento a margine. Ai seggi calma piatta e elettori che arrivano con il contagocce: alla Zisa, quartiere popolare, il corridoio delal scuola in cui si trovano i seggi elettorali è semivuoto. Un paio di signori si applicano al cartellone con i candidati per capire come si vota: non riescono ad afferrare il senso del listino di nomi che si trova sotto ogni candidato presidente e non comprendono certi automatismi di questa legge elettorale siciliana.

Il dato del servizio elettorale della Regione siciliana, a mezzogiorno, conferma l’impressione: solo il 10,8% degli elettori (503.537 su 4.661.111) si è recato alle urne con un lieve calo dello 0,43% rispetto alle regionali del 2012 quando aveva votato l’11,23%. L'unica provincia dove l'affluenza è maggiore è quella di Ragusa: ha votato l'11,24% rispetto al 10,82% del 2012. Interessante il valore assoluto dei votanti alle 12: in totale 503.537 elettori la gran parte dei quali nelle grandi aree metropolitane (a Catania poco più di 125mila e a Palermo 126.815).

L’incognita in queste elezioni siciliane resta per tutti l'astensionismo e l’affuenza di queste ore conferma le previsioni della vigilia: alle elezioni del 2012 si è recato alle urne il 47% degli aventi diritto e questa volta si teme che il numero di astensionisti possa aumentare.Il dato del servizio elettorale della Regione siciliana, a mezzogiorno, conferma l’impressione si aspetta la prossima proiezione per capire se c’è un’inversione di tendenza.

Intorno alle 9,35 si è recato a votare in un seggio vicino casa il capo dello Stato Sergio Mattarella che è residente a Palermo. Fabrizio Micari, candidato del centrosinistra, ha votato nella scuola De Gasperi a Palermo alle 11.30: era in compagnia della madre, la signora Emilia, 83 anni, che teneva a braccetto. Il candidato si è fermato a parlare con alcuni giornalisti che lo attendevano davanti al seggio elettorale: «Ho sensazioni molto buone - ha detto chiacchierando con i giornalisti -, propositive e positive: sono contento abbiamo fatto una bella campagna elettorale e adesso aspettiamo il risultato. Sono
veramente molto sereno. Lasciato solo dal Pd? No assolutamente - ha replicato alle domande dei giornalisti - Renzi ha detto che sono il miglior candidato, e lui ha invitato a votare per il migliore candidato. Il governo nazionale è sceso in maniera compatta in Sicilia per sostenermi, sono venuti tutti. Possiamo fare un ottimo lavoro insieme, non abbiamo bisogno che venga il viceré a raccontarci le solite cose noi abbiamo bisogno di persone e di un governo concreto che lavori per la crescita di questa terra». A Palermo ha votato anche il candidato degli indipendentisti Roberto La Rosa il quale prima di recarsi al seggio è andato in chiesa per pregare la Madonna Odigitria, patrona della Sicilia.


Il candidato M5S Giancarlo Cancelleri ha votato al seggio presso l'istituto tecnico
commerciale di Filippo Turati, a Caltanissetta: era accompagnato da Elena, la sua compagna, e ha votato nella scuola da lui frequentata da giovane. «Che farò oggi? Passerò il pomeriggio in famiglia, parlerò con mio padre. E vedrò un film,
“V per vendetta” - ha detto ai giornalisti facendo un ironico riferimento alla sconfitta del 2012 -. Questa volta è una battaglia diversa, quello che è in gioco oggi è il futuro della Regione e serve anche un solo voto». E poi ha fatto riferimento al suo ritorno nella scuola dell'adolescenza: «l’Italia - ha detto - è fatta anche di geometri e rivolgo il mio pensiero a tutta la gente che ho incontrato, molti dei quali provenivano anche da questa scuola».

Nello Musumeci ha invece votato a Militello Val di Catania, il suo paese giusto nella scuola che ha frequentato da ragazzino: «Viva la Sicilia» ha detto mentre imbucava la scheda nell’urna.  «Spero che sia una bella giornata, che vinca la speranza contro la disperazione e la rassegnazione» ha detto Musumeci.

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