Il voto siciliano non è avaro di sorprese. Tra queste colpisce il voto disgiunto, cioè quello dato da molti siciliani ad un partito e a un candidato presidente non collegato. E così, mentre Micari ha ottenuto il 18,7%, le liste a lui collegate hanno preso circa nove punti in più. Discorso inverso per Cancelleri, che ha preso sette punti più del Movimento Cinque stelle, e anche per Musumeci e Fava, entrambi con percentuali leggermente superiori a quelle dei partiti che li sostenevano (+1,6 e + 0,9%). Morale della favola: molti elettori hanno votato per un partito di centrosinistra ma per Cancelleri come candidato Governatore, e in misura minore per Fava e Musumeci.
M5S primo partito ma non sfonda
Dunque il Movimento Cinque stelle è sì il primo partito dell’Isola (27%) ma convince meno del suo candidato e non sfonda. Con il Rosatellum 2.0 non è previsto il voto disgiunto ed è quindi difficile trasporre questa pratica siciliana sul piano nazionale. Quel che è certo è che Fabrizio Micari è stato “tradito” dal voto disgiunto. Tutto fa pensare che gli appelli al “voto utile” lanciati in campagna elettorale abbiano danneggiato Micari e premiato Cancelleri, che probabilmente ha beneficiato di consensi provenienti da un pezzo di elettorato di centrosinistra. È lo stesso candidato di centrosinistra a illustrare il ragionamento sui flussi elettorali in conferenza stampa: «Credo che gli elettori hanno ritenuto tra le divisioni della sinistra e la vicenda degli impresentabili di rafforzare Cancelleri, pur di fermare Musumeci. Noi perdiamo il 7% Cancelleri guadagna l’8%».
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