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Unioni civili come matrimoni nei nuovi contratti degli statali

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pubblico impiego

Unioni civili come matrimoni nei nuovi contratti degli statali

Con i nuovi contratti dei dipendenti pubblici anche le unioni civili daranno diritto ai 15 giorni di permesso «matrimoniale», e saranno equiparate alle nozze in tutte le ricadute su congedi e rapporto di lavoro. A prevederlo è la prima bozza del nuovo contratto per la Pubblica amministrazione centrale presentata questa mattina dall’Aran ai sindacati per quel che riguarda la parte normativa dell’intesa. Il testo riguarda solo gli statali in senso stretto, ma è ovvio che su temi come questo la Pa centrale fa da «lepre» e detta le indicazioni che poi saranno estese agli altri comparti.

Nell’incontro di ieri la trattativa è entrata nel vivo dopo la sospensione di fatto che ha accompagnato l’attesa della manovra. La parte normativa del contratto prova a rivedere un po’ tutti i temi critici nel rapporto di lavoro pubblico, a partire dall’abuso dei permessi per l’assistenza a famigliari con handicap previsti dalla legge 104 del 1992. Con le nuove regole, se la proposta dell’Aran troverà l’accordo con i sindacati, i permessi andranno previsti nella programmazione mensile, in casi eccezionali potranno essere richiesti 24 ore prima ma non potranno comunque mai essere richiesti dopo l’inizio dell’orario di lavoro.

La bozza conferma poi l’estensione della tutela in caso di terapie salva-vita, prevedendo che le assenze retribuite senza tagli siano possibili anche nei giorni in cui si manifestano gli effetti collaterali di trattamenti come la chemioterapia o la radioterapia.

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