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La storia di Aslam, la scuola che insegna i mestieri del territorio (e…

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FORMAZIONE PROFESSIONALE

La storia di Aslam, la scuola che insegna i mestieri del territorio (e trovare un lavoro)

Alcuni studenti della Aslam che studiano da manutentore di aeromobili
Alcuni studenti della Aslam che studiano da manutentore di aeromobili

Samuele ha 19 anni e si lascia alle spalle un paio di storie di fallimenti scolastici. In gergo, i ragazzi e le ragazze che finiscono ai margini, fuori dai percorsi scolastici e formativi, vengono definiti, con un anglicismo tecnico carico di mestizia, “drop out”. Ragazzi alla deriva. Ma questi insuccessi, per lui, fanno ormai parte di un passato che non c'è più, tanto che oggi racconta: «Quando ho realizzato il mio primo pezzo ero fiero di me stesso: questo l’ho fatto io con le mie mani e con le mie capacità».

Ora Samuele sta frequentando il terzo anno di Operatore meccanico in apprendistato di primo livello presso un’impresa del settore metalmeccanico. Era arrivato all’ultima spiaggia. Poi è successo qualcosa, o meglio, poi qualcuno si è accorto e appassionato a lui, ai suoi desideri, alla sua “intelligenza delle mani”. Samuele lo spiega così: «I prof dell’Aslam sono riusciti ad attirare la mia attenzione».

È il metodo che, fin dal primo giorno e con i primi ragazzi accolti, nel 1996, ha sempre seguito Aslam (Associazione Scuola Lavoro Alto Milanese), una cooperativa nata per rispondere alle necessità di formazione professionale del territorio a nord di Milano, in stretto contatto con le aziende locali, e che in questi giorni ha festeggiato – con un libro dal titolo “Un mestiere per vivere”, edito dalla Fondazione per la sussidiarietà – i suoi primi vent’anni di attività.

Vent’anni costellati da storie di successo, nel recupero di ragazzi sfiduciati, spesso anche immigrati da altri Paesi, che attraverso lo studio e il lavoro, accompagnati e guidati da formatori e professionisti, hanno imparato una responsabilità, una capacità di esprimere la propria originalità. «Sì, originalità – racconta il fondatore, Angelo Candiani – perché, ogni giorno, a ciascun ragazzo va fatta una proposta seria, personale, per far emergere tutta la voglia che ha di essere protagonista. A ciascuno va data la sua opportunità». Vent’anni in cui «si è riproposto, in chiave attuale – lo ha ricordato nel corso dell’incontro di presentazione Gabriele Toccafondi, sottosegretario all’Istruzione – il paradigma delle botteghe rinascimentali, dove i protagonisti sono sempre due: l’allievo e il maestro». Vent’anni, insomma, spesi bene, visto che – ha sottolineato Valentina Aprea, assessore regionale all'Istruzione, formazione e lavoro – «la Regione Lombardia ha finanziato lo sviluppo delle filiere formative professionali erogate da Aslam con un investimento superiore ai 5 milioni di euro».

Caratteristiche demografiche dei diplomati ASLAM

La mission di Aslam è quella di tutte le scuole professionali: insegnare un mestiere, una professione. Attualmente Aslam conta quattro sedi - a Samarate e Somma Lombardo, in provincia di Varese, a Magenta (Milano) e a Lentate sul Seveso (Monza e Brianza) -, dove si possono intraprendere percorsi di istruzione e formazione professionale in nove ambiti: meccanica, vendite e pelletteria (San Macario di Samarate); termoidraulica e saldocarpenteria (Magenta), manutenzione aeromobili e logistica (Case Nuove di Somma Lombardo) e legno-arredo ed edilizia in legno (Lentate sul Seveso). Il tutto attraverso qualifiche triennali oppure con diploma tecnico professionale dopo il terzo anno.

Ma nella “ricetta” di Aslam c’è qualcosa in più della semplice triade istruzione-formazione-addestramento. C’è soprattutto un “fare con”: i ragazzi, le imprese, il territorio. E i numeri testimoniano la riuscita di questo metodo educativo, come viene affermato nel libro riportando ricerche effettuate sulle attività della cooperativa da parte di un team di ricercatori e professori universitari.

I corsi con quote più significative di diplomati che lavorano sono il Tecnico per l’automazione industriale nella sede di San Macario (il 96% trova un lavoro, mediamente, nei primi cento giorni dal raggiungimento del titolo e l'85% circa resta in piena occupazione per i primi due anni dal diploma), l’Ifts per la Gestione delle installazioni di impianti civili e industriali di Magenta (quasi otto diplomati su dieci trovano almeno un contratto di lavoro nei primi 15 giorni dal diploma e il 62,5% è in piena occupazione nei primi due anni dal titolo), il corso triennale di Operatore meccanico di San Macario di Samarate (il 69,1% trova un’occupazione nei primi due mesi e mezzo dal titolo e il 54,4% è in piena occupazione dopo due anni) e sia il corso triennale di Operatore di impianti termici che il quarto anno di Tecnico di impianti termici della sede di Magenta mostrano un 60% circa di diplomati che trova lavoro entro i primi sei mesi e mezzo dopo il diploma.

“Ogni giorno, a ciascun ragazzo va fatta una proposta seria, personale, per far emergere tutta la voglia che ha di essere protagonista. A ciascuno va data la sua opportunità”

Angelo Candiani, fondatore di Aslam (Associazione Scuola Lavoro Alto Milanese) 

Pur forte di questi risultati, Aslam non ha intenzione di fermarsi, anzi. Anche il bacino lombardo sembra ormai stretto. «Abbiamo già in cantiere nuovi progetti, dalle aziende arrivano nuove richieste di competenze e professionalità – afferma il direttore generale Carlo Carabelli -: nella pelletteria in provincia di Varese, nell’agroalimentare a Cremona e nella logistica portuale in Sardegna, a Cagliari».

Ma quali sono gli “ingredienti” vincenti di questa esperienza? Li elenca Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà: «Innanzitutto, l’amore alla persona, la passione per chi hai davanti, il voler bene a quella storia, a quella, a quella, a quella. In secondo luogo, la passione per la bellezza, per il desiderio, come ricorda bene Antoine de Saint Exupery: “Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare ampio e infinito”. Infine, essere attenti alla realtà, avere il gusto del particolare, perché nel particolare brilla la bellezza, si costruisce una personalità». In una parola, “il mestiere è per vivere”.

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