![Da sinistra Stefano Bontate, Totò Riina e Tano Badalamenti (Ansa)](http://i2.res.24o.it/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/Immagini/ArticleGallery/Notizie/2017/11/Ritagli/bontate-riina-badalamenti-kfXC--835x437@IlSole24Ore-Web.jpg)
7/10 La successione a Liggio
Dopo la cattura di Liggio, Riina prende il suo posto nel triumvirato mafioso assieme a Stefano Bontate e Tano Badalamenti. Farà poi allontanare quest'ultimo, accusandolo falsamente dell'omicidio di un capomafia nisseno.
Ma è negli anni ‘80 che il ruolo suo e dei suoi diventa indiscusso. Soldi a fiumi con la droga, gli appalti e la speculazione edilizia. E una conquista del potere a colpi di omicidi eclatanti e lupare bianche. E' la seconda guerra di mafia. Il 23 aprile 1981 cade Stefano Bontande, “il principe di Villagrazia”, il boss che vestiva in doppiopetto, frequentava i salotti buoni della città e controllava i traffici della Cosa nostra palermitana. Massacrato nel suo regno e nel giorno del suo compleanno. Diciotto giorni dopo, tocca al suo alleato, Totuccio Inzerillo, poi al figlio e al fratello: i parenti superstiti fuggono negli Stati Uniti e hanno salva la vita a patto di non tornare più in Sicilia. In poche settimane restano a terra decine di cadaveri. Riina la belva , come lo chiama il suo referente politico Vito Ciancimino, ex sindaco mafioso di Palermo, è feroce e spietato.
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