«La Cgil è pronta alla mobilitazione se non ci saranno cambiamenti nelle proposte del Governo nel confronto sulla previdenza in programma domani. Il nostro atteggiamento è positivo ma non sono ottimista». Così la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso, che ha assicurato che «ci si prova sempre fino all'ultimo» in vista del tavolo con il governo domani sulle pensioni. Martedì 21 novembre si terrà infatti un nuovo incontro (il quarto di questo livello) per definire gli ultimi dettagli della proposta governativa che dovrebbe poi essere tradotta in un emendamento al disegno di legge di Bilancio. Una proposta da costruire e condividere con Cisl e Uil (anche senza una formale intesa perché altrimenti si metterebbe in discussione l'unità sindacale) già sapendo che il giudizio negativo della Cgil di Susanna Camusso non cambierà.
Il no della Cgil e le aperture di Cisl e Uil
«Abbiamo finalmente scardinato il concetto della legge Fornero che equipara tutti i lavori. Possiamo portare a casa un risultato importante: smontare l'assunto della riforma pensionistica del governo Monti e dire che non tutti i lavori sono uguali» ha detto oggi il segretario nazionale della Cisl Annamaria Furlan in occasione del Consiglio regionale della Cisl Brescia, parlando della riforma delle pensioni. Mentre la Uil auspica da un lato più attenzione a donne e giovani e dall’altro che si riesca a mantenere l'unità sindacale. Senza chiudere a un’intesa.
Gentiloni: sindacati condividano sforzo
Il premier Gentiloni ha auspicato che «le organizzazioni sindacali condividano lo sforzo del governo sull’adeguamento dell’età pensionabile». E ha aggiunto in un passaggio del suo intervento odierno all’Assemblea degli industriali di Alessandria, Novara e Vercelli Valsesia: «L’adeguamento della pensione alle aspettative di vita è un dato di fatto accettato da tutti, anche dai sindacati. Penso comunque che sia giusto adottare provvedimenti che mostrino attenzione verso talune categorie. Per questo abbiamo lavorato in queste settimane alle proposte dei sindacati. I risultati ci sono, la speranza è che si possano adottare con il consenso dei sindacati stessi».
Damiano: governo faccia altro passo avanti
«Ci auguriamo che l’Esecutivo faccia un altro passo avanti sui contenuti della sua proposta. Abbiamo apprezzato il fatto che, nell'ultimo incontro, il Governo abbia proposto di bloccare l'innalzamento dell'età anche per le pensioni di anzianità e non solo per quelle di vecchiaia e che, con le risorse risparmiate dell'Ape sociale, abbia ipotizzato la costituzione di un Fondo che ne favorisca la 'strutturalità'. Si tratta di segnali positivi, ma non sufficienti» ha dichiarato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
Leonardi: sì a ritocchi, non grossi cambiamenti
«Il governo ha fatto le sue proposte. Si possono fare aggiustamenti, ma sarebbe sbagliato illudersi su grossi cambiamenti, sia sulla platea dei lavoratori esentati
dallo scatto dei requisiti sia sulle risorse» ha affermato però stamattina Marco Leonardi, consigliere economico del presidente del Consiglio, che in un colloquio con il Corriere della Sera ha lanciato un ultimo appello ai sindacati sulle pensioni: «Confidiamo che nell'incontro di domani si arrivi a posizioni più vicine anche con la Cgil». E ha spiegato: «Il governo pensa di fare la cosa giusta, che nessuno ha fatto prima: esentare dallo scatto dell’età pensionabile 15 categorie di lavoratori che svolgono attività gravose. Una platea di quasi 20mila persone».
Non solo. Il governo si è impegnato anche nella revisione del meccanismo di adeguamento dell'età pensionabile alla speranza di vita (in media su base biennale anzicché triennale) e sulla costituzione di un fondo per recuperare i risparmi dell'Ape, renderla più fruibile nel 2018 e creare le condizioni per una possibile proroga della stessa nel 2019. E sabato scorso ha integrato la proposta in sette punti presentata il 13 novembre ai segretari generali di Cigl, Cisl e Uil estendendo l’esenzione dallo scatto di cinque mesi del requisito di pensionamento di vecchiaia previsto nel 2019 anche a quello per il pensionamento anticipato (basteranno 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne). Mentre per l'Ape sociale il governo si è impegnato a raccogliere in un fondo i risparmi di spesa sui primi due anni di sperimentazione con l'obiettivo di allargare la platea dei beneficiari.
L’emendamento del governo
L'obiettivo del governo è tradurre i nuovi correttivi previdenziali in un emendamento governativo al ddl Bilancio da presentare entro venerdì. Un articolato condiviso con Cisl e Uil e il più possibile «blindato» sotto il profilo finanziario per metterlo al riparo dai già previsti blitz parlamentari che punteranno su interventi a più ampio spettro o a far scattare un rinvio generalizzato dell’aumento dell'età di vecchiaia a 67 anni nel 2019. Quasi certamente nei prossimi giorni della soluzione pensioni si parlerà anche nei colloqui politici tra Pd, Pisapia e Mdp e l'esito di questo confronto avrà un suo peso sulla gestione della partita dei ritocchi in Parlamento. Il governo giocherà le sue carte anche alla luce dei rilievi europei, attesi per mercoledì, sui saldi della manovra.
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