
Per commercio ed esercizi pubblici oltre 28 miliardi di euro in mancati introiti e spese aggiuntive per la sicurezza. Più di 180mila posti di lavoro a rischio. Imprenditori che si sentono sempre meno sicuri per l'aumento di furti, abusivismo e contraffazione e che denunciano più di prima, aumentando anche gli investimenti in assicurazioni e vigilanza. E un 9% di commercianti (ma al Sud si arriva al 16%, contro il 4% al Nord) che ha subito minacce a scopo di estorsione.
Sono i dati dell'indagine Confcommercio GfK Italia sui fenomeni criminali negli esercizi commerciali, nelle imprese del turismo, dei servizi e dei trasporti presentata oggi in occasione della giornata "Legalità, mi piace!", alla quale ha partecipato anche il ministro dell'Interno, Marco Minniti. Il quale ha proposto «un'alleanza tra Stato e associazioni delle imprese» per la sicurezza e ha garantito che lo Stato e il suo ministero «sono a fianco di chi chiede sicurezza» e degli imprenditori che «scelgono di denunciare».

Minniti: sicurezza requisito per crescita economica
«La sicurezza è un prerequisito per le politiche di sviluppo - ha detto il ministro Minniti - quando si fanno le leggi di bilancio io dico che bisogna investire in sicurezza, perché ogni soldo investito in sicurezza è un moltiplicatore economico». «Abbiamo un Paese che cresce e che sempre più a livello internazionale viene concepito come un Paese degno di essere visitato - ha aggiunto - e dobbiamo vincere la sfida della sicurezza senza farlo diventare un Paese militarizzato e offuscare la bellezza».
Crescono i costi per l'illegalità
Secondo i dati di Confommercio, l'abusivismo nel commercio e nella ristorazione costano 14,4 miliardi, la contraffazione 3,5 miliardi e beni per 3,7 miliardi sono sottratti dai taccheggiatori, per un totale di 21,5 miliardi. A questi la Confcommercio somma i "costi della criminalità" tra ferimenti, polizze assicurative, spese difensive, che ammontano a 5,8 miliardi, e un miliardo per la cyber criminalità. Per un totale, come accennato, di 28,4 miliardi, il 3,3% in più rispetto alla stima fornita lo scorso anno. Le perdite complessive annuali per l'illegalità, secondo il centro studi, ammontano al 6,4% del fatturato e del valore aggiuntivo.
Stime 2017, mld. euro (Fonte: Ufficio Studi Confcommercio)
Per un terzo degli imprenditori sicurezza in calo
Circa un terzo degli imprenditori, dice l'indagine, percepisce un peggioramento nei livelli di sicurezza per la propria attività rispetto all'anno scorso. Il dato si accentua nel Centro Italia e tra i venditori su aree pubbliche, che denunciano la crescita di abusivismo (in aumento per il 52% degli imprenditori), furti (in aumento per il 47%), contraffazione (per il 40%) e rapine (per il 33%). Più contenuta, invece, la crescita percepita per i crimini tipicamente collegabili alla criminalità organizzata come usura (in aumento per il 18%) ed estorsioni (per il 16%).
Contatti con criminalità per 1 imprenditore su 4
Quasi 1 imprenditore su 4 ha avuto esperienza diretta o indiretta con la criminalità (+4% rispetto al 2016): il 9% ha subito personalmente minacce o intimidazioni con finalità estorsiva (-4% rispetto al 2016), il 22% conosce altre imprese che sono state oggetto di minacce o intimidazioni (+6% rispetto allo scorso anno). Sia l'esperienza diretta che quella indiretta, dice Confcommercio, si accentuano nei grandi centri del Mezzogiorno e e nella maggior parte dei casi le minacce subite consistono in pressioni psicologiche (69% delle imprese che hanno subito minacce o intimidazioni). Rilevante anche la percentuale di chi dichiara di aver subito danneggiamento a cose (44%), anche in questo caso fenomeno più accentuato al Sud.
Un terzo cede alle minacce
Più contenuta e in sensibile calo rispetto al 2016 (13% contro 33%), dicono i dati, la quota di imprenditori che dichiarano di aver subito violenza alle persone. Mentre circa un terzo di chi ha subito intimidazioni ha accettato la richiesta estorsiva, quota in forte calo rispetto al 2016 (31% contro 59%), ma più frequente nel Sud Italia. È il caso della Campania, dove la percentuale degli imprenditori che si sottomette alle richieste estorsive sale fino al 39 per cento.
Più denunce e assicurazioni
Rispetto al 2016, cresce l'adozione di misure di tutela contro la criminalità, sulle quali investono 4 imprenditori su 5% (l'81%, contro il 75% dello scorso anno): telecamere e impianti di allarme (nel 48% dei casi ), stipula di assicurazioni (36%), denunce (28%) e vigilanza privata (25%). Il fenomeno è più accentuato nei grandi centri del nord-centro nord e tra i tabaccai. La certezza della pena (indicata dal 73% degli imprenditori) si conferma l'iniziativa ritenuta più efficace per la sicurezza della propria impresa, seguita dalla maggiore protezione da parte delle forze dell'ordine (59%). Ma la quasi totalità degli imprenditori intervistati da Confcommercio ritiene inefficaci le leggi che contrastano i fenomeni criminali (92%) ed esprime parere favorevole all'inasprimento delle pene (91%). Per 4 titolari d'azienda su 5 le pene per i reati commessi non si scontano realment. E la quasi totalità (93%) non si è dotata di un'arma per la difesa personale, ma l'11% pensa di farlo in futuro.
Estorsioni per 1 commerciante su 10
Le estorsioni ai commercianti, dice l'indagine, rappresentano un dato costante negli anni, con un picco del 13% nel 2016 . In particolare, tra quelli che hanno subito estorsioni nell'ultimo anno, il 69% ha subito pressioni psicologiche al telefono o anche di persone, tramite 'visite', il 44% danneggiamento a cose (dato che sale al 51% al Sud), il 13% anche violenza sulle persone. Quello che più preoccupa è che il 31% ha poi ceduto: facendo le proporzioni, quindi, evidenzia Confcommercio, il 2,8% degli imprenditori del terziario di mercato è stato costretto ad accettare richieste estorsive.
Sangalli: posti lavoro a rischio, promuovere cultura legalità
«Per vincere la battaglia contro l'abusivismo, la contraffazione, l'estorsione, l'usura, il taccheggio, i furti, le rapine c'è solo una strada: promuovere la cultura della legalità» ha dichiarato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel corso della presentazione dei dati. «Per questo - ha aggiunto - al Governo e alle Istituzioni chiediamo fermezza e determinazione contro ogni forma di illegalità, sostenendo l'azione fondamentale delle forze dell'ordine e della magistratura». E «agli imprenditori - ha concluso - diciamo che Confcommercio è al loro fianco e che denunciare si deve, perché è un dovere morale e giuridico; si può, perché non si è soli davanti alle minacce della criminalità; conviene, perché sottrarsi alla morsa della criminalità significa costruire sviluppo per la propria impresa e per la collettività».
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