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Mps, Apponi (Consob): forte collaborazione con Banca…

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AUDIZIONE COMMISSIONE D’INCHIESTA BANCHE

Mps, Apponi (Consob): forte collaborazione con Banca d’Italia. Casini: sì ad atti a Procura

  • – di Redazione online

I vertici del Monte dei Paschi di Siena «hanno messo in atto un insieme di attività dolose, hanno fatto di tutto per occultare le operazioni che avevano realizzato». È quanto ha sottolineato il direttore generale di Consob Angelo Apponi, che questa mattina è intervenuto in audizione davanti alla Commissione di inchiesta sulle banche. Rispondendo alle domande dei parlamentari Apponi ha sottolineato che «piacerebbe a tutti impedire operazioni fraudolente, ma quando ci si trova di fronte a un intero sistema, dire che si riesca a catturare la vicenda prima, è davvero complesso».

In vigilanza forte collaborazione con Banca d’Italia
La Consob, ha chiarito il direttore generale di Consob, nel caso Mps ha effettuato una vigilanza caratterizzata «da un forte grado di collaborazione tra tutti gli attori istituzionali interessati». «In particolare - ha continuato - Consob ha collaborato strettamente con le Procure di Siena e Milano, la Banca d’Italia, la Guardia di Finanza». Apponi ha ricordato, tra l’altro, le sanzioni per 3,15 milioni inflitte a Banca e Fondazione Mps per le omissioni e le informazioni false legate al finanziamento dell’acquisto di Antonveneta nel 2008.

Scoperta natura derivati solo dopo lunga indagine
Apponi ha fatto presente che «l’effettiva scoperta della natura e delle finalità dei contratti stipulati fra MPS e gli intermediari finanziari coinvolti in tali vicende (le operazioni Alexandria e Santorini, ndr) ha richiesto una lunga e complessa attività di indagine, attività volta a far emergere quegli elementi di prova che erano stati occultati a mercato ed alle Autorità di vigilanza».

Autorità tedesca Bafin negò le carte di DB su Santorini
La Consob, ha ricordato il dg Consob, ha denunciato la mancanza di collaborazione con l’autorità tedesca Bafin nel caso Santorini, lo strutturato che il Monte dei Paschi aveva messo in piedi con la controparte Deutsche Bank. «Nel 2013 - ha detto - la Bafin si è rifiutata di trasmettere le carte, ci hanno messo tre mesi per dirci di no. Poi ci hanno detto che c’erano elementi ma che stavano facendo approfondimenti. Non abbiamo mai avuto da Bafin il loro audit. Ce l’ha trasmesso solo la Procura di Milano nel 2016».

Poteri Consob su prospetti non su vendite, anche se sono mele marce
Alle domande sul caso della vecchia gestione del Monte dei Paschi e i suoi prospetti informativi diffusi per il finanziamento dell’acquisizione di Antonveneta, inficiati dalla mancanza di informazioni in quanto volutamente celati al mercato dalla vecchia gestione della banca, Apponi ha risposto che la Consob «non autorizza le emissioni di strumenti finanziari. Possiamo autorizzare o non autorizzare la pubblicazione di un prospetto se ci sono o non ci sono sufficienti informazioni. Anche la vendita di mele marce si puo' fare basta che si dica che sono mele marce». Apponi ha aggiunto che la situazione sta per cambiare con l’entrata in vigore, da gennaio, della direttiva Mifid2 che darà più poteri alla Consob. «Potremo vietare la commercializzazione totale o parziale» di prodotti finanziari, ha detto.

Faro Consob su corretta profilatura clienti nel Lme 2016
Nel corso dell’audizione è emerso un nuovo filone di indagine di Consob nei confronti del Monte dei Paschi. Riguarda la nuova gestione della banca con un’ispezione lanciata lo scorso 19 dicembre, poche ore prima il fallimento del tentativo dell’istituto di credito di lanciare l’aumento di capitale privato. Si tratta degli accertamenti dell’Autorità sulla profilatura della clientela al dettaglio in occasione del tentativo di offerta di scambio delle obbligazioni subordinate in azioni (liability management exercise, Lme). Dall’audizione di Apponi si scopre che poche ore prima del fallimento dell’operazione di ricapitalizzazione, la Consob avviava «accertamenti ispettivi presso la Banca, aventi ad oggetto i presidi implementati con riferimento alla clientela al dettaglio in relazione alla riapertura dell'esercizio di liability management, nonché all’aumento di capitale». L’ispezione si è conclusa a febbraio e a giugno scorso, ha aggiunto Apponi, «è stata inviata all’intermediario una richiesta di dati e notizie al fine di ricevere aggiornamenti e chiarimenti in merito alla profilatura della clientela».

Casini:nessuna difficoltà a trasmettere a Procure primi atti
Nel corso dei lavori di oggi della Commissione il presidente Pier Ferdinando Casini ha affermato di non avere «alcuna difficoltà» a trasmettere alle Procure i primi atti emersi dai lavori della Commissione. Nel caso specifico, Casini ha risposto a una richiesta del senatore Andrea Augello che ha chiesto la trasmissione alla Procura di Roma dell’audizione del capo della Vigilanza della Banca d’Italia, Carmelo Barbagallo, sulle banche venete. «Io non ravviso alcuna fattispecie penale ma non ho alcuna difficoltà», ha aggiunto Casini, ricordando che è prassi delle Commissioni parlamentari d’inchiesta trasmettere gli atti al termine dei lavori.

No a richiami a Bankitalia su documenti venete
Casini ha poi ribadito la «perfetta buona fede» e la «collaborazione istituzionale» del capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo durante la sua audizione sulle banche venete. Dopo la presa di posizione del senatore Andrea Augello che aveva chiesto di mandare una comunicazione a Bankitalia «per sottolineare l’infortunio dell’inoltro di documenti» alla Commissione banche solo all’ultimo momento, prima dell’audizione testimoniale, Casini ha detto oggi di «non aver ritenuto di mandare nulla a Bankitalia perché c’è perfetta buona fede e collaborazione istituzionale nell’invio della documentazione».

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