Italia

Stop al «geoblocking» sugli acquisti online

  • Abbonati
  • Accedi
(none)

Stop al «geoblocking» sugli acquisti online

  • –Andrea Biondi

MILANO

L’era del geoblocking, il blocco geografico che impedisce alcuni acquisti in base alla localizzazione dell’utente nella Ue, si avvia alla fine. Ci vorrà ancora un anno, ma poi un cliente belga potrà acquistare un frigorifero su un sito web tedesco e in Germania se reputa l’offerta più conveniente, trasporto incluso. Oppure una famiglia italiana potrà acquistare direttamente una visita a un parco divertimenti in Francia senza essere reindirizzata su un sito web italiano.

Sono due dei casi che la stessa Commissione Ue porta a esempio per spiegare il valore dell’accordo politico raggiunto da Parlamento Ue, Consiglio e Commissione per mettere fine alle barriere geografiche che impediscono ai cittadini europei di concludere acquisti online transfrontalieri senza l’aggiunta di sovrapprezzi dovuti alla nazionalità dei clienti.

Un vantaggio per i cittadini – ai quali poteva anche essere richiesto di pagare con una carta di debito o di credito emessa in un altro Paese rispetto a quello di residenza – ma anche per le imprese, che avranno maggiore certezza giuridica su come operare.

«Oggi abbiamo messo fine alle discriminazioni ingiustificate negli acquisti online», ha commentato il vicepresidente Andrus Ansip, responsabile per il mercato unico digitale. Anche Mariya Gabriel, commissaria responsabile per l’Economia e la società digitali, ha parlato di «grande passo avanti per i consumatori e per la creazione di un vero mercato unico digitale che soddisfi le esigenze di tutti».

Le nuove regole entreranno in vigore nove mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Ue «per dare tempo ai piccoli commercianti di adattarsi» spiega la nota di Bruxelles. Considerando la necessità di suggellare con il voto l’accordo politico raggiunto lunedì notte, si arriverà quindi a Natale 2018.

Nel merito, il nuovo regolamento cancella il blocco, ma non obbliga i commercianti a vendere oltreconfine, né armonizza i prezzi. E comunque per molti commentatori si è trattato di vittoria a metà visto che i contenuti protetti da copyright, che includono servizi di streaming musicale come Spotify e iTunes di Apple, libri elettronici, serie televisive e film continueranno ad avere limitazioni.

Il geoblocking totale al quale si puntava – era l’obiettivo dichiarato da Ansip – è rimasto sulla carta. Sui servizi audiovisivi resta comunque, ma rientra in un’altra partita, la carta della portabilità: da aprile 2018 gli abbonati a un servizio in streaming potranno usufruire di quel servizio in tutta Europa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA