Entrate correnti giù di 27 milioni nel 2018 a quota 4,61 miliardi. Ma spesa corrente aumentata comunque di circa 9,5 milioni rispetto allo scorso anno, grazie all’incremento di fondi perequativi e introiti da gestione dei beni e da risparmi su interessi passivi e minori uscite. È una manovra in tono minore - con appena 557 milioni di investimenti in un triennio - quella approvata dalla giunta capitolina di Virginia Raggi per il 2018-2020 e presentata stamane dalla sindaca e dall’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, arrivato a Roma da Livorno lo scorso agosto per succedere ad Andrea Mazzillo.
Da pulizia “multe” 62 milioni in meno
Lemmetti ha ammesso che «la spesa corrente risulta ingessata dai contratti di servizio e dal rispetto dei vincoli di finanza pubblica, che ci impongono di impiegare solo le risorse di cui abbiamo certezza e che siamo sicuri di poter spendere: a entrate vere devono corrispondere progetti e servizi veri per i cittadini». Una precisazione che pare cucita per rassicurare i revisori dell’Oref: lo scorso anno la prima versione del bilancio fu bocciata anche per i rilievi sulla mancata puntuale verifica delle entrate. «Gli uffici sono stati investiti del compito di fare tutta la ricognizione», ha chiarito l’assessore. Ed è andata in scena quella che è stata definita «la pulizia delle sanzioni», in particolare delle multe stradali: lo smaltimento dell’accertamento dei verbali arretrati per il 2015 e il 2016 ha prodotto oltre 62 milioni di minori entrate.
Raggi: «La novità è il metodo»
L’operazione verità ha fatto stringere ancora i cordoni della borsa del Comune. Raggi, non a caso, si sofferma più sul metodo che sul merito: «Per la prima volta abbiamo prima fissato gli obiettivi, confluiti nel Dup (il Documento unico di programmazione approvato venerdì scorso, ndr), e poi stanziato le risorse in base alle priorità indicate. Inoltre c’è come lo scorso anno il tempo per approvare il bilancio entro le scadenze di legge». Poche, però, le novità concrete da sbandierare: 36 milioni in più per i servizi sociali nei territori (su 271 milioni di spese correnti totali per i municipi), 30 milioni stanziati per la manutenzione di strade e scuole.
Investimenti al lumicino
Il piano investimenti rimane dolente, ancora molto distante dai numeri di città come Londra e Parigi: si prevedono soltanto 557 milioni nel triennio, di cui trasporti e mobilità ne assorbono 255 milioni (di cui 125 milioni per la linea C della metro e 20 milioni per l’acquisto di nuovo autobus), manutenzione urbana 190 milioni (di cui 65 milioni per interventi su rete fognaria e dissesto), ambiente 34 milioni, beni culturali 33 milioni e municipi 30 milioni.
Debiti fuori bilancio: peso di 140 milioni
Il cammino della manovra, accompagnata dal Dup e dagli altri allegati (tra cui il cosiddetto “tariffone”: non saranno toccate le rette di mense e asili, ma debutteranno nuove tariffe tra cui quella per la fruizione degli spazi esterni limitrofi al Campidoglio e di 1.50 euro per la diffusione al pubblico di una mappa della Capitale), comincerà subito in commissione capitolina Bilancio. L’Oref ha venti giorni per esprimere il suo atteso parere. L’intenzione dell’amministrazione è arrivare in Aula intorno al 15-16 dicembre, ma di nuovo l’iter si incrocerà con quello del riconoscimento dei debiti fuori bilancio. «La maratona potrebbe esserci di nuovo», ha confermato Lemmetti. «Siamo pronti». La massa di debiti extra ammonterebbe a 140 milioni. «Nel Fondo passività potenziali per il 2018 abbiamo 101 milioni», ha spiegato l’assessore. «Ma abbiamo spazi di finanza di 36 milioni dalla regione e di 116 milioni dal Mef». Sono questi che non vanno persi entro fine anno.
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