Mercoledì sarà la volta di Msc Seaside, il nuovo “gigante” del mare costruito da Fincantieri per Msc Crociere, che sarà consegnato all’armatore nel cantiere di Monfalcone. Un colosso da 154mila tonnellate, la più grande nave da crociera mai costruita nella penisola e la prima delle due navi gemelle di nuova generazione che Msc Crociere ha deciso di affidare a Fincantieri. Ci sono voluti due anni e mezzo per realizzarla e quasi un anno per la progettazione. Un percorso lungo cominciato a giugno 2015 con il taglio della prima lamiera che ha dato il via alla costruzione.
Da due a tre anni per costruire un colosso del mare
Ma quanto tempo occorre per costruire una piccola città sul mare? Difficile fare previsioni perché la tempistica dipende molto dal destino della stessa nave. In genere, però, per l’intero processo, che si snoda dalla progettazione alla posa della chiglia, fino al battesimo, sono necessari da due a tre anni. E tutto comincia da un progetto e dalla vision dell’armatore che definisce un primo standard basato sul numero di passeggeri da ospitare e sui parametri di lunghezza, larghezza e pescaggio, oltre che sui mari sui quali sarà impiegata. Perché è chiaro che se la nave sarà destinata alle crociere in Alaska dovrà avere caratteristiche diverse rispetto a una che faccia rotta sui Caraibi. E diversa dovrà essere la distribuzione degli spazi se la nave sarà concepita per ospitare soggiorni molto lunghi.
Dal progetto all’offerta formale
Si comincia, dunque, da qui e dai primi schizzi messi nero su bianco dai progettisti che, come detto, dovranno tener conto di tanti tasselli (dalle necessità del mezzo “galleggiante” ai servizi necessari al funzionamento dell’ “hotel”, dal numero di componenti dell’equipaggio alle altre caratteristiche tecniche). Definiti gli standard e l’identikit della nave futura, il costruttore consegna al committente un’offerta formale che contiene le specifiche tecniche, l’indicazione di una consegna e la lista dei fornitori. Insomma, il racconto dettagliato di quello che sarà lo scafo (il ferro della nave), che incide oggi sul totale per il 20%, e, soprattutto, del resto, vale a dire l’allestimento che rappresenta il valore aggiunto.
Un gigantesco puzzle fatto da enormi blocchi
Una volta definiti i disegni esecutivi, la nave viene divisa in blocchi, comei pezzi di un gigantesco puzzle. Pezzi anche da 800 e più tonnellate, grandi quanto e più di un palazzo (in alcuni casi, le dimensioni sono pari a quelle di un condominio), la maggior parte dei quali viene assemblata in grandi unità pre-allestite a terra. Queste vengono poi montate in bacino insieme a un’altra cinquantina di blocchi, che sono poi dei completamenti, per poi essere saldate sullo scafo. In definitiva, una nave oggi viene montata con 80-90 pezzi. Ogni singolo blocco viene lavorato a terra con tecnologie avanzate, anticipando di fatto le lavorazioni che un tempo, invece, si facevano a bordo.
Nella fase di pre-montaggio i blocchi vengono dunque assemblati in sezioni, o unità d'imbarco (a titolo esemplificativo, unità che verranno posizionate in bacino).Durante tale fase, gestita anche con ricorso all’appalto, i blocchi/sezioni vengono pre-allestiti a terra tramite progressivo montaggio di materiale di allestimento, e vengono quindi pitturati. A questo punto, le sezioni, o unità d'imbarco, realizzate nella fase di pre-montaggio sono quindi rese disponibili per il posizionamento in bacino (o su scalo o su piazzale) per la successiva fase di montaggio della nave attraverso il ricorso a mezzi di sollevamento adeguati alle dimensioni delle unità da sollevare.
Lo snodo dell’impostazione
La data di “impostazione” è la data in cui la prima sezione della nave viene posizionata in bacino (o su scalo o su piazzale). Mentre il “varo” rappresenta il momento in cui la nave assemblata viene fatta uscire dal bacino (o fatta scivolare sullo scalo o trasportata dal piazzale) e portata in sicurezza “galleggiante” in banchina per la fase finale di completamento. Tra la data di “impostazione” e il “varo” le sezioni vengono progressivamente assemblate per comporre lo scafo completo dell'unità navale. Come per la fase di pre-montaggio, parallelamente alla saldatura delle varie sezioni, prosegue il pre-allestimento impiantistico e dei macchinari, con il collegamento delle linee di impianto (a titolo esemplificativo, tubi, condotte, etc.) montate in precedenza su sezioni differenti.
La fase finale dell’allestimento
Sempre in parallelo vengono completate le attività di pitturazione e coibentazione, vengono eseguite le attività di allestimento legate alla funzionalità della piattaforma nave (a titolo esemplificativo,approntamento apparato motore, sistemazione linea d'alberi, etc.), e vengono avviate le attività di allestimento del cosiddetto “carico pagante” (arredamento cabine,aree pubbliche, servizi, sistemi di combattimento, etc.). Dopo la data di “varo” inizia quindi la fase di allestimento in banchina con nave galleggiante, nel corso della quale si finalizza l'allestimento degli impianti minori e del “carico pagante” ossia gli impianti, le attrezzature e l’arredo che caratterizza l’uso della nave. Durante tutte le attività di realizzazione della commessa, e, in particolare, nel periodo che intercorre tra il “varo” e la “consegna” nave, sono previste delle consegne formali di blocchi, sezioni, aree, impianti, etc., verso i registri navali, l’”amministrazione di bandiera” e l’armatore.
Gli ultimi step: dalle prove in mare alla consegna
Tali consegne certificano l’accettazione del prodotto ai vari livelli. Le verifiche della performance della nave vengono poi in gran parte effettuate durante le prove di navigazione, cosiddette “prove in mare”, realizzate qualche mese prima della consegna con l’esecuzione dei test previsti sia dai registri che dall'armatore. Le “prove in mare” possono essere eseguite solo dopo aver effettuato le prove propedeutiche in banchina degli impianti/ sistemi di bordo, i pre-test di funzionamento degli stessi, e l'accertamento delle condizioni di sicurezza. La fine della fase di produzione è sancita dalla “consegna” della nave all'armatore mediante la firma del documento di “verbale di accettazione nave” (protocol of delivery), dove è rappresentato il reale risultato qualitativo e quantitativo di tutte le fasi di costruzione e collaudo.
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