C’è l’addetto alla lavorazione dei prodotti alimentari, che conosce e presidia il processo produttivo, dal magazzinaggio delle materie al confezionamento. L’ingegnere ambientale, che studia gli strumenti per «minimizzare» l’impatto (ambientale) della filiera produttiva. Ma anche il conduttore di macchine alimentari, per esempio, per il confezionamento, trasporto, sollevamento delle merci, fino ad arrivare al nutrizionista o analista del gusto: è lui, per esempio, l’esperto che controlla la composizione finale dei prodotti alimentari in base alle diverse esigenze dei consumatori.
«Il settore agroalimentare italiano sta vivendo un momento estremamente positivo - racconta il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia -. Ciò è dovuto all’incremento significativo dell’export e alla ripresa della produzione. Tale positività si riflette sulla tenuta occupazionale, registrata anche durante la crisi, e ora sulla domanda di lavoro, prevalentemente giovanile, attesa nei prossimi mesi, anni». Da qui al 2021, infatti, il settore alimentare stima un fabbisogno di 43.540 lavoratori, di cui oltre il 26% diplomati e il 7% laureati. La ricerca è rivolta a persone affascinate dal processo che porta i prodotti dai campi alla tavola, e ad esperti di produzione di cibi e bevande.
Serve, quindi, partire da studenti, famiglie, scuole: «Ecco perché – conclude Scordamaglia – saremo oggi, per la prima volta, al Job&Orienta di Verona con uno stand dedicato allo storytelling delle iniziative del settore in ambito formazione e orientamento verso le professioni del food. Illustreremo ai ragazzi le competenze professionali richieste per l’inserimento e le enormi e nuove opportunità che la filiera agroalimentare italiana 4.0 può offrire».
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