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Farnesina, dai progetti all’estero 39 miliardi nelle casse delle…

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IL REPORT DI PROMETEIA

Farnesina, dai progetti all’estero 39 miliardi nelle casse delle aziende italiane

Nel 2016 la Farnesina ha sostenuto 599 progetti all’estero (erano 437 nel 2015), nell’ambito di gare internazionali, che hanno coinvolto oltre 300 aziende italiane. A fare il punto sull’attività del ministero degli Affari esteri è un’indagine di Prometeia, pubblicata questa mattina, dal titolo: “Il sostegno alle imprese italiane della Farnesina”. Del valore complessivo di queste gare internazionali, pari a 63 miliardi di euro, la quota parte che è stata realizzata dalle imprese italiane è di 39 miliardi (erano dieci di meno nel 2015). Le aziende più attive per numero di progetti sono state AgustaWestland, Gruppo Bonifica e Trevi. Le prime tre per valore delle gare sono state OtoMelara, Salini Impregilo ed Astaldi.

Alfano: la diplomazia economica non è una diplomazia di serie B
«La diplomazia economica ha aiutato le nostre imprese ad ottenere contratti e commesse», ha sottolineato il ministro degli Affari esteri Angelino Alfano, intervenuto alla presentazione del report. Il ministro ha sottolineato che questa azione di sostegno alle aziende è fondamentale per la diplomazia nel suo insieme a differenza di anni fa, quando la diplomazia economica «era considerata quasi una diplomazia di serie B».

I PROGETTI ALL’ESTERO SOSTENUTI DALLA FARNESINA
(Fonte: Prometeia)


L’impatto sull’economia italiana: oltre 21 miliardi di valore aggiunto
Le gare internazionali sono state indette per il 68% dal pubblico e per il 27% da privati. Considerando anche gli impatti indiretti e indotti, i progetti esteri sostenuti dalla Farnesina hanno generato oltre 21 miliardi di valore aggiunto sul territorio italiano. Il valore generato rappresenta l’1,4% del Pil del 2016. Il gettito fiscale derivante da tasse dirette e indirette sul lavoro e sul capitale ammonta a quasi nove miliardi di euro (circa l’1,2% delle entrate totali dello Stato). L’occupazione in Italia scaturita dai 599 progetti è di 307mila persone (ovvero l’1,2% del totale occupati in Italia).

Il 94% del valore dei progetti che riguardano beni è generata in Italia
La quasi totalità del valore dei progetti che riguardano beni (il 94%) viene generata in Italia. All’opposto, nei progetti di infrastrutture e costruzioni “soltanto” il 32% dei ricavi torna in Italia (beni, lavoro qualificato italiano, servizi di progettazione).

Oltre 225 progetti in Nord Africa e Medio Oriente
Dal punto di vista della ripartizione geografica dei progetti, la classifica vede al primo posto l’area del Nord Africa - Medio Oriente con 225 iniziative, che si sono sviluppate soprattutto in Algeria (69), Oman (40) ed Emirati Arabi Uniti (29). Segue l'Asia (82 progetti) e l'Africa centro meridionale (74). Infrastrutture e impianti anche nel 2016 sono state le tipologie di progetto più diffuse.

Che tipo di sostegno ha fornito la Farnesina
Dei 599 progetti sostenuti dalla Farnesina, nel 34,3% dei casi l’impegno del ministero degli Esteri è stato quello di sensibilizzare le autorità locali in relazione alla partecipazione alla gara; nel 31,3% ha riguardato l’accompagnamento nello sviluppo del business con l’autorità; il 29,1% sono stati di orientamento al mercato e il 19,7% ha visto la Farnesina intervenire con le autorità locali per la risoluzione di controversie.

Oltre 300 aziende coinvolte
Delle oltre 300 aziende coinvolte nei progetti, 64 sono attive nel settore della meccanica, 63 nei servizi e 43 nelle costruzioni. Quasi cinque aziende su dieci delle aziende sostenute sono di grandi dimensioni. Il 46% sono grandi aziende (con un fatturato che supera i 50 milioni di euro), il 25% hanno una dimensione media (tra dieci e 50 milioni), il 18% sono micro aziende (meno di due milioni di fatturato) e l’11% sono piccole (tra i due e i dieci milioni di euro).

L’impegno sulla sicurezza
Un’altra faccia della diplomazia economica è quella che vede la Farnesina in campo per garantire ai lavoratori delle aziende che operano all’estero un livello di protezione adeguato. Attraverso i siti “Viaggiare sicuri” e “Dove siamo nel mondo” l’Unità di crisi del ministero riesce ad acquisire quelle informazioni che le consentono di intervenire in tempi stretti in caso di pericolo.

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