
Parlamentare di lunghissimo corso, deputato del Movimento sociale, poi senatore di Alleanza nazionale e infine di Forza Italia, ministro dell’Ambiente e dei trasporti. La carriera politica di Altero Matteoli è stata tutta nel centro-destra. Alla passione per la politica univa la passione per la sua terra, la Toscana. È qui che ha mosso i primi passi da politico: segretario regionale del Msi, consigliere comunale di Castelnuovo di Garfagnana (in provincia di Lucca) e poi anche sindaco di Orbetello. Ma diventa noto a tutti da ministro: prima dell’Ambiente, poi delle Infrastrutture e dei trasporti. In entrambi i casi scelto da Silvio Berlusconi premier.
Una vita nel centrodestra
Matteoli muove i primi passi da politico nel Movimento sociale. Cresce politicamente accanto a Beppe Niccolai, storico esponente pisano dell’Msi e approda in parlamento nel 1983. Nel 1994 aderisce ad Alleanza nazionale e nello stesso anno viene nominato ministro dell’Ambiente nel primo governo Berlusconi. Carica ricoprirà anche nel Berlusconi II e III. Nel Berlusconi IV diventa invece ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Nel 2006 , al Senato, viene eletto capogruppo di An. Dopo gli anni del Popolo della libertà, nel 2013 passa a Forza Italia. Al Senato era l’attuale presidente della commissione Lavori pubblici.
L’impegno da ministro
Tra i suoi atti in qualità di ministro ha siglato un accordo per la realizzazione del collegamento ferroviario ad alta velocità fra Torino e Lione (la cosiddetta Tav che era stata oggetto di alcune contestazioni) insieme ai sindaci della Val Susa, alla presidente del Piemonte e ad altri enti locali.
Nel luglio 2009 Matteoli ha dato avvio per decreto al cosiddetto “Piano Casa”, un progetto basato su ingenti investimenti per realizzare nuovi alloggi. Da ministro dei Trasporti ha lottto per realizzare la Tirrenica, il collegamento autostradale fra Livorno e Civitavecchia. Più volte aveva messo in guardia dai «pericolosissimi incroci a raso» nel tratto dell’antica strada consolare tra Grosseto a Civitavecchia, spingendo per la costruzione di una nuova infrastruttura più moderna. Una battaglia che - purtroppo - aveva perso.
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