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Ue su Taranto: Italia recuperi 84 milioni di aiuti di Stato

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Bruxelles.Avanti su bonifica

Ue su Taranto: Italia recuperi 84 milioni di aiuti di Stato

(Agf)
(Agf)

La Commissione Ue ha annunciato ieri di aver concluso l'indagine approfondita sui possibili aiuti di Stato a favore della società siderurgica Ilva. Bruxelles ha deciso di chiedere al governo italiano il recupero di 84 milioni concessi illegittimamente dallo Stato al gruppo industriale. Nel contempo, la stessa Commissione ha constatato che le altre misure di sostegno non si sono tradotte in illegittimi aiuti di Stato. «La nostra indagine ha rivelato che due misure di sostegno pubblico hanno conferito all'Ilva un vantaggio indebito, grazie al quale ha potuto finanziare le proprie operazioni correnti», ha spiegato la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. L'ex ministro delle Finanze danese ha esortato le autorità pubbliche italiane a bonificare l'area «senza ritardi».

Tra il 2014 e il 2015, l'esecutivo comunitario aveva ricevuto quattro denunce da parte di concorrenti del mercato, secondo le quali l'Ilva aveva ricevuto aiuti di Stato illegali. Nel gennaio 2016, Bruxelles ha quindi aperto una indagine formale, da cui è risultato che sulle cinque misure decise dal governo italiano, solo due sono in violazione delle regole sugli aiuti di Stato: una garanzia statale su un prestito di 400 milioni e un prestito pubblico di 300 milioni .

Il rimborso di 84 milioni corrisponde alla differenza tra le condizioni finanziarie del prestito e della garanzia di cui l'Ilva ha beneficiato e le condizioni prevalenti sul mercato. «Grande soddisfazione» per la decisione di Bruxelles è stata espressa dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che ha notato l'esiguo rimborso rispetto agli oltre due miliardi di «misure investigate».

La decisione giunge mentre la questione industriale deve fare i conti anche con un pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale che dovrà decidere su un ricorso tutto relativo al nuovo piano ambientale della società. L'incognita della scelta del Tar mette a rischio l'impegno di ArcelorMittal ad aquistare le attività dell'Ilva. Se l'Ilva si spegne «perdiamo tutti», ha detto Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria: «La politica è chiamata a stabilire in modo chiaro le regole del gioco e a garantire il rispetto delle procedure. Garantita la correttezza del percorso, arriva però il momento di decidere, anche perché il fattore tempo è oggi una variabile decisiva, in tutti i campi. A partire da Taranto, dove si è discusso, ci si è confrontati e ora bisogna andare avanti». A proposito del nodo ambientale, Bruxelles ha ritenuto che gli aiuti per 1,1 miliardi di euro che i proprietari dell'Ilva hanno trasferito alla società nel giugno 2017 per porre rimedio alle gravi carenze ecologiche che caratterizzano le attività dello stabilimento di Taranto erano legittimi, secondo le norme sugli aiuti di Stato. «L'odierna decisione – ha precisato ancora Bruxelles - non incide sulle conclusioni degli altri procedimenti d'infrazione relativi alle norme ambientali che la Commissione sta conducendo, né sull'indagine relativa all'acquisizione degli attivi dell'Ilva da parte di ArcelorMittal, in merito alla quale la Commissione adotterà un'altra decisione alla luce delle norme europee sulle concentrazioni». La scadenza per quest'ultima indagine è fissata al 4 aprile 2018.

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