Un emendamento in extremis alla legge di Bilancio ha previsto nuove zone franche a burocrazia zero per attrarre investimenti nei porti del Nord. Si chiameranno «Zls», acronimo che sta per Zone logistiche speciali. In pratica sono la versione light delle Zes nel Sud, le Zone economiche speciali (ancora non decollate) previste nel decreto per il Mezzogiorno varato la scorsa estate. La differenza principale starà nel fatto che le nuove «Zls» non avranno il credito d'imposta per gli investimenti delle Zes, ma avranno le stesse semplificazioni fiscali e burocratiche per attrarre gli investimenti. Dal Sud sono già arrivate le prime reazioni negative perché la misura - dicono - farebbe perdere così competitività alle Zes
Dopo le Zes arrivano le Zls
Le aree franche nei porti sono una novità in Italia, dove c'è stata l’eccezione storica del porto di Trieste. Sono però diventate uno strumento ormai diffusissimo in tutto il mondo per attrarre investimenti internazionali - se ne contano oltre 4mila - con casi ormai famosi come Dubai o Shenzen. La manovra nel suo passaggio alla Camera ha introdotto una nuova norma che aggiunge alle Zes - ne dovrebbero aprire 8 in altrettanti porti del Sud - anche le nuovissime Zone logistiche speciali per favorire lo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali delle Regioni settentrionali. Di Zls ne dovrà nascere non più di una a Regione in un’area portuale strategica (porto Tent-t) o dove sia presente un’autorità di sistema portuale. La Zls, sulla falsariga di quanto previsto per le Zes, verrà istituita con un Dpcm, su proposta della Regione interessata, per una durata massima di 7 anni, rinnovabile fino a un massimo di ulteriori 7 anni. All’interno di questa Zls sia le nuove imprese che quelle già esistenti potranno beneficiare di procedure semplificate previste per le Zes (è atteso un decreto che definirà le semplificazioni).
Si accende la partita tra Nord e Sud
«Si chiamano diversamente ma sono sostanzialmente la stessa cosa», ha spiegato subito Ugo Patroni Griffi, presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico meridionale (Bari e Brindisi), che in polemica di fronte «all’ennesima mortificazione del Meridione» ha deciso di lasciare il gruppo di lavoro regionale sulle Zes. «Vorrei capire – aggiunge Patroni Griffi - cosa caratterizza le Zes rispetto alle Zls, in cosa sono competitive, perché allora non può essere solo il credito di imposta. Ci vuole qualcosa di più, una distinzione qualitativa tra le Zes e quelle altre cose. Ci vogliono dei vantaggi economici, procedurali, fiscali, doganali. Altrimenti abbiamo uno strumento la cui competitività e attrattività nasce mortificata fin dall'inizio». La replica è arrivata dal deputato Pd Ludovico Vico che ha ricordato come «alle zone logistiche semplificate del Centro Nord non vengono applicati i vantaggi fiscali del credito d'imposta che, invece, sono previsti esclusivamente per i porti del Sud. «Non c’è alcun elemento di svantaggio o concorrenza per il Sud», ha aggiunto Vico. «Quello che dunque mi permetto di suggerire è di accelerare le procedure per la costituzioni delle zone economiche speciali meridionali».
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