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Gasdotto Snam, sindaca Sulmona formalizza dimissioni

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infrastrutture

Gasdotto Snam, sindaca Sulmona formalizza dimissioni

La sindaca di Sulmona, Annamaria Casini, ha formalizzato stamani le dimissioni davanti al segretario generale Francesca De Camillis, per protestare contro l’approvazione del progetto di realizzazione della centrale a compressione della Snam. Come annunciato nei giorni scorsi, dunque, la sindaca va avanti nella sua decisione di voler concludere il mandato se non sarà revocata la decisione del Governo. Da oggi partono i venti giorni previsti per legge al termine dei quali le dimissioni, se non ritirate, saranno irrevocabili.

Che Casini sia decisa a fare sul serio lo dimostra la richiesta inoltrata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, di ripensare la decisione definita «scellerata» dalla stessa sindaca. La prima cittadina ha chiesto a Gentiloni
di essere ricevuta a palazzo Chigi venerdì 29 dicembre: se il Governo confermerà la decisione il sindaco riconsegnerà la fascia tricolore direttamente nelle mani del primo ministro.

«La scelta, maturata nel pomeriggio del 23 dicembre scorso - ha spiegato - si è resa necessaria per denunciare l’inaccettabile decisione del Governo di concludere il procedimento per la realizzazione della centrale a gas della Snam, dichiarandola opera di importanza strategica e di preminente interesse nazionale. Il Comune di Sulmona, l’intero territorio e le istituzioni locali hanno da sempre e ripetutamente dichiarato contrarietà alla centrale e al
metanodotto, ritenendole nocive e fortemente impattanti, confortati anche da studi e perizie scientifiche». «Il mio atto è un voler alzare la posta della battaglia e della denuncia - ha concluso - utilizzando l’unica arma ancora in mano ad un sindaco, stante la palese circostanza che un amministratore locale non ha voce in capitolo per determinare le sorti dei suoi cittadini. Lotterò al fianco della mia città e dell'intera Valle Peligna contro la realizzazione della Centrale e del metanodotto e voglio tenere accesi il più possibile i riflettori su questa grave vicenda».

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