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Nodo firme per i radicali che avvertono: «Senza chiarimenti corriamo…

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verso le elezioni politiche

Nodo firme per i radicali che avvertono: «Senza chiarimenti corriamo da soli»

Con la fine della legislatura, i partiti sono già al lavoro per costruire le coalizioni più competitive da presentare alle elezioni previste il 4 marzo. Sul fronte del centrosinistra, il Pd (che punta a chiudere in settimana l’accordo con i centristi di Lorenzin e Casini e dà per scontato l’accordo con la lista di sinistra “Insieme”, frutto dell'intesa tra Verdi, Psi, area civica e qualche prodiano) è ancora alle prese con la “grana” della lista radicale +Europa guidata Emma Bonino e il nodo ancora tutto da sciogliere della raccolta delle firme. In base alla nuova legge elettorale, i radicali (non avendo un gruppo parlamentare in almeno una delle Camere) sono tra i pochi a dover raccogliere 25.000 firme autenticate (un numero ridotto di un quarto, grazie a un comma della legge di bilancio) suddivise in 65 collegi plurinominali in tutta Italia. Ma il nodo è sia tecnico che politico.

Le regole per la raccolta delle firme
Con le regole attuali la raccolta di sottoscrizioni potrebbe iniziare solo dopo aver
dichiarato gli apparentamenti nei collegi uninominali. Tutto parte dal Rosatellum, la nuova legge elettorale, che prevede apparentamenti nella parte dei collegi uninominali. Andando al voto il 4 marzo, il termine per dichiarare le “alleanze” ossia gli apparentamenti per i collegi uninominali, è il 20 gennaio. Mentre il termine ultimo per la presentazione dei candidati è il 29 gennaio. «Mi è stato detto che Renzi renderà noti i candidati dei collegi uninominali in una direzione del Pd intorno al 20 gennaio - ha dichiarato oggi Emma Bonino sul Corriere della Sera - Noi mica possiamo aspettare il 20 gennaio per fare un apparentamento con il Pd. A quel punto ci rimarrebbero soltanto nove giorni di tempo per raccogliere le firme». E ha aggiunto: «Se non verrà risolto questo pasticcio paradossale la lista “Più Europa con Emma Bonino” correrà da sola, e cominceremo a raccogliere le firme dal 3 gennaio, come prevede la legge».

Magi: raccogliere subito le liste per i listini
«La legge è scritta male, essendo pensata per le liste che non devono raccogliere le firme» spiega Riccardo Magi, segretario dei Radicali Italiani, che aggiunge: «Di fatto si chiede alle liste che devono raccogliere le firme, di farlo già indicando anche le candidature nei collegi uninomimali. Ma l’apparentamento con le candidature nei collegi uninominali avverrà il 20 gennaio. Troppo tardi». Una via d’uscita è il «chiarimento» invocato da Magi: «Noi chiediamo di poter raccogliere subito le firme per la parte proporzionale ossia per i nostri listini dei collegi plurinominali e poi, quando ci sarà l’apparentamento, si aggiungeranno le candidature che avranno origine in base a un accordo politiche le candidature nei collegi uninominali».

Una via d’uscita non condivisa dai capigruppo di Forza Italia al
Senato e alla Camera, Paolo Romani e Renato Brunetta, per i quali «nessuna
interpretazione possibile può esimere i partiti dal definire i candidati, sia proporzionali sia nei collegi uninominali, già in sede di raccolta delle firme»

La «minaccia» di correre da soli
Se il chiarimento non arriva per l’inzio dell’anno, a quel punto, spiega ancora Magi «saremo costretti inevitabilmente ad andare da soli alle urne perché, a partire dal 3 marzo, non essendo ancora pronti gli apparentamenti, dovremo indicare candidati radicali nei collegi uninominali. Saremo costretti a farlo per un problema tecnico ancora prima che per un fatto politico. Del resto risolvere questa questione era il primo segnale politico che aspettavamo dal Pd per rendere poi fattibile l’apparentamento».

Fassino: il Pd non romperà il patto con Bonino
Ma perdere i radicali di Bonino è un lusso che il Pd, soprattutto in questa fase di sondaggi in calo, non può permettersi, perciò in queste ore si stanno studiano possibili soluzioni. E segnali di fumo arrivano dai dem. «La norma sulle firme per le liste contiene una palese contraddizione. Il Senato lo ha riconosciuto chiedendo di correggerla. Onestà intellettuale vorrebbe che lo si facesse. Dal punto di vista politico sia per il Pd che per Emma Bonino e la sua lista è naturale e conveniente stare insieme nella coalizione di centrosinistra» ha provato a rassicurare oggi Piero Fassino, in un'intervista a Repubblica, evidenzia, dal suo punto di vista che «il problema è tecnico, non politico».

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