9/10 PENSIONI / La società invecchia e non trova soluzioni
Sono il gruppo sociale d’insider più numeroso: circa 16 milioni a fronte dei 23, tra occupati e sottoccupati regolari. Frutto di un invecchiamento travolgente che ci condanna al vertice mondiale con Giappone e Germania. La politica guarda costantemente ai pensionati con finalità consensuali, ma anche con preoccupazione per l’impegno richiesto alle casse dello stato. C’è chi ritiene che vadano attenuati gli effetti draconiani della legge Fornero (circa 2 punti di Pil risparmiati ogni anno per 15 anni) e chi ipotizza che, con elevata disoccupazione e crescita modesta, alla fine degli anni ‘20 non basterà quanto fatto tra il 2007 e il 2011. Da un canto, nel pianeta pensioni si crea una giungla di termini “correttivi”, come Ape volontaria e sociale, Rita, lavori usuranti, adeguamenti alla speranza di vita, pensioni integrative, ecc.
Dall’altro, si pensa a contenere l’urto che ci sarà tra 7-12 anni per il massiccio ingresso alla pensione dei baby boomers nati a cavallo tra i ’50 e i ’60. Nel medio periodo, la situazione potrebbe tornare a essere devastante, almeno fino ai primi anni ’30, quando il sistema diventerà tutto contributivo e decresceranno gli ingressi alla pensione. Il pensionamento però sarà sinonimo d’incertezza perché, al meglio, raggiungerà il 60% della retribuzione odierna e molti dovranno fare acrobazie per arrivare a fine mese. Già oggi circa 2/3 delle pensioni sono sotto i 750 euro mensili e 1/4 sotto i 500. Una soluzione è la rivalutazione dei requisiti anagrafici connessi alla speranza di vita, ma essa può deprimere il tasso di nuove assunzioni. Forse la chiave sta nei meccanismi di uscita dal lavoro con la riduzione progressiva del tempo lavorativo settimanale o garantendo con la fiscalità generale una pensione di base, a cui sommare quella contributiva. I temi sono tanti, dalle pensioni d’oro ai vitalizi per parlamentari e consiglieri regionali. La strada maestra resta creare occupazione aggiuntiva per i giovani in modo da aumentare i contribuenti: la cornice non può essere l’odierno divario generazionale, ma la solidarietà tra generazioni.
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