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1/6 Il commento caustico sul primo cittadino di Roma

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    VERSO UN CODICE DI CONDOTTA

    Uso dei social e magistrati, dopo il Csm si muove l’Anm

    Dopo il Csm, al lavoro già dallo scorso aprile per disciplinare l'uso dei social network da parte dei magistrati (la pratica per la stesura di Linee guida in materia è affidata alla Prima e alla Settima Commissione) anche l'Associazione magistrati si muove nella stessa direzione. Sabato 13 gennaio, il Comitato direttivo centrale inizierà a discutere la possibile modifica del Codice etico dell'Anm sulle regole che riguardano l'utilizzo dei social. A introdurre il tema sarà il presidente, Eugenio Albamonte, esperto in crimini informatici, reduce da alcuni incontri informali con l'organo di autogoverno della magistratura su temi comuni, tra cui un possibile “Codice di condotta” per il web. Negli ultimi anni, di pari passo alla diffusione di Facebook (ma anche delle mailing list e delle chat) sono diversi i magistrati finiti sotto procedimento disciplinare a palazzo dei Marescialli per un uso troppo disinvolto dei social network alimentando polemiche e censure dopo la pubblicazione di commenti a rischio diffamazione. Una leggerezza che rischia spesso di ledere la credibilità del magistrato coinvolto e della magistratura nel suo complesso. Vediamo alcuni casi recenti

    (Fotogramma)
    (Fotogramma)

    1/6 Il commento caustico sul primo cittadino di Roma

    La Sezione disciplinare del Csm ha appena sanzionato con l'ammonimento Desirèe Digeronimo, Pm della procura di Roma, per le critiche rivolte nell'estate del 2015 sul suo profilo Facebook al sindaco di Roma Ignazio Marino. E così ha ribaltato la sentenza con cui due anni fa aveva escluso che la frase incriminata (il sindaco ha applaudito «beotamente per essere stato messo sotto tutela») costituisse una diffamazione.

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