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2/6 Lo sfogo del Pm per l'inchiesta rating di Trani

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    VERSO UN CODICE DI CONDOTTA

    Uso dei social e magistrati, dopo il Csm si muove l’Anm

    Dopo il Csm, al lavoro già dallo scorso aprile per disciplinare l'uso dei social network da parte dei magistrati (la pratica per la stesura di Linee guida in materia è affidata alla Prima e alla Settima Commissione) anche l'Associazione magistrati si muove nella stessa direzione. Sabato 13 gennaio, il Comitato direttivo centrale inizierà a discutere la possibile modifica del Codice etico dell'Anm sulle regole che riguardano l'utilizzo dei social. A introdurre il tema sarà il presidente, Eugenio Albamonte, esperto in crimini informatici, reduce da alcuni incontri informali con l'organo di autogoverno della magistratura su temi comuni, tra cui un possibile “Codice di condotta” per il web. Negli ultimi anni, di pari passo alla diffusione di Facebook (ma anche delle mailing list e delle chat) sono diversi i magistrati finiti sotto procedimento disciplinare a palazzo dei Marescialli per un uso troppo disinvolto dei social network alimentando polemiche e censure dopo la pubblicazione di commenti a rischio diffamazione. Una leggerezza che rischia spesso di ledere la credibilità del magistrato coinvolto e della magistratura nel suo complesso. Vediamo alcuni casi recenti

    2/6 Lo sfogo del Pm per l'inchiesta rating di Trani

    Il 30 marzo scorso il tribunale di Trani assolse in primo grado gli imputati della controversa inchiesta alle agenzie di rating. Il pm Michele Ruggiero affidò le sue riflessioni critiche a Fb («Sono stato lasciato solo. Evidentemente ci sono verità che è bene restino sullo sfondo»), con uno sfogo ripreso dal blog di Beppe Grillo che suscitò molte polemiche. In seguito, il Csm ha avviato una pratica in prima commissione per valutare eventuali profili di incompatibilità ambientale e/o funzionale, tuttora in corso.

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