Matteo Renzi apre la campagna elettorale del Pd lanciando la sfida ai Cinque Stelle, considerati dal segretario Dem i veri avversari da battere alle elezioni del 4 marzo. «L’incompetenza è il nostro avversario alle prossime elezioni politiche», ha sottolineato nell’intervento di questa mattina davanti alla platea dell’assemblea nazionale degli amministratori locali Dem, riunita al Lingotto di Torino. L’ex premier ha citato gli esempi di quanto fatto da M5S a Roma e nel capoluogo piemontese. «Se guardate i giornali gli editorialisti hanno già votato e i titolisti già deciso. Hanno letto i sondaggi e detto che ha vinto il centrodestra: si sono dimenticati di leggere la legge elettorale che per due terzi premia non le coalizioni ma il primo partito. La sfida per il primo posto alle elezioni non è tra Berlusconi e Salvini ma - ha sottolineato -tra Pd e M5s. Lo dico ai moderati: l’alternativa al Pd non è il centrodestra ma il M5s».
Gioco di squadra per portare uno del Pd a Palazzo Chigi
Secondo l’ex presidente del Consiglio, quella che si gioca in vista delle elezioni «è una partita di squadra. Ecco perché non è importante qual è il nome che va a palazzo Chigi ma che sia del Pd. E non per il Pd, ma per l’Italia». Nessun passaggio dell’intervento ha toccato la scelta di LeU di non allearsi con il Pd alle elezioni regionali in Lombardia.
Il centrodestra è alleanza dello spread
Renzi ha rivolto alcune critiche anche al centrodestra: «Si presenta come un’alleanza solida ma è l’alleanza dello spread - ha detto -. Sono stati loro il governo dello spread, noi siamo dovuti intervenire per far ripartire il Paese».
“La sfida per il primo posto alle elezioni è tra Pd e M5s. Lo dico ai moderati: l’alternativa al Pd non è il centrodestra ma il M5s”
Matteo Renzi, segretario del Pd
I giochi non sono fatti, dobbiamo vincere
Se il conto alla rovescia in vista delle elezioni è già iniziato, «i giochi non sono fatti, dobbiamo vincere», ha ricordato Renzi. Il segretario Dem ha citato Obama. Il problema di oggi, ha spiegato, è che «nessuno crede più in niente».
Buon governo M5s ha falsificato bilanci
In primo piano, dunque, l’attacco ai Cinque Stelle. «Per mesi e mesi si è parlato del buon governo dei Cinque stelle a Torino ma per prima cosa hanno tagliato sulla cultura - ha ricordato il segretario Dem -. Noi non vogliamo fare polemica ma mostrare una diversità. Noi siamo gli amministratori che non falsificano i bilanci, non mettono cinque milioni in più a penna. E nella nostra città i revisori dei conti non si dimettono. Non possiamo stare sempre sulla difensiva facendo raccontare che sprechiamo i soldi pubblici, perché non è così. Se con me si fossero dimessi i revisori dei conti, ci avrebbero portato via». A stretto giro la replica, indiretta, di Luigi Di Maio: il candidato premier dei Cinque Stelle ha accusato gli avversari di voler usare i casi di Roma e Torino contro il Movimento Cinque Stelle: «È propaganda per coprire loro malefatte, pure Gentiloni», ha detto.
La proposta del Pd numero uno sarà il lavoro
Dal punto di vista delle proposte, secondo Renzi la campagna elettorale del Pd deve partire dal lavoro. «Abbiamo spostato la direzione di 24 ore semplicemente per avere più tempo per inserire più punti. Indicheremo cento cose che abbiamo fatto e cento cose che vogliamo fare. A partire dal lavoro, che sarà la proposta numero uno. La proposta numero cento saranno le finanze pubbliche: noi ci impegniamo a buttare giù il debito con l’operazione Capricorn ma non con logiche di austerity, sennò il rapporto debito-pil cresce e questa è la battaglia della flessibilità».
Cruciale il ruolo dei sindaci in questa campagna elettorale
Infine, un passaggio sul ruolo dei sindaci che «in questa campagna elettorale - ha sottolineato Renzi - è cruciale. Non voglio gasarvi, ma secondo alcuni studi stanno venendo meno i tradizionali strumenti di fiducia. Il sapere orizzontale che mette in discussione tutto porta a non credere più a niente. Oggi il problema, ha detto Obama, è che i cittadini non si fidano più o si fidano più degli amici di Facebook che dei soggetti istituzionali. E questo chiama tutti voi, sindaci e consiglieri, a una responsabilità». «Mancano 50 giorni alle elezioni, 50 giorni - secondo l’ex presidente del Consiglio -in cui, come ha detto Paolo (Gentiloni, ndr) scherzando, diremo tutti che sono decisivi per il futuro. Ma in questi 50 giorni il ruolo degli amministratori è più forte del passato». Il segretario del Pd ha dato la linea: la partita elettorale su vincerà sul territorio, sulla base di un confronto diretto e costante con gli elettori.
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