
7/10 Le 10 emergenze dei giovani / Qualifiche alte, mansioni basse
Si è parlato a lungo del cosiddetto mismatch, il dislivello tra competenze teoriche e lavoro svolto. In genere il fenomeno era visto al ribasso: gli studenti hanno qualifiche inferiori o diverse da quelle cercate dalle aziende. Gli ultimi dati dimostrano che può essere vero il contrario. Sul mercato italiano, si registrano una quota dell'11,7% di lavoratori «con competenze in eccesso» e del 18% di lavoratori «sovra-qualificati»: professionisti con studi, abilità ed esperienze superiori a quelle richieste dalle proprie mansioni d'ordinanza. Insomma, l'investimento economico e temporale sulla formazione universitaria finisce per essere sprecato in ruoli che impediscono di mettere a frutto il potenziale intellettuale e produttivo. Al tutto si aggiunge una quota del 35% di laureati assunti in settori che hanno poco a che spartire con il proprio background accademico. Il dato può essere positivo, quando risponde all'evoluzione del mercato del lavoro e gli sbocchi inediti di alcuni curricula: dai laureati in filosofia assunti nell'Ict agli ingegneri aerospaziali che fanno carriera nella consulenza finanziaria. Ma forse si potrebbe impostare una traiettoria più rapida da studi e occupazione, oltre a garantire retribuzioni più elevate
La domanda: come si ha intenzione di intervenire sul cosiddetto mismatch?
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