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Le imprese investono 4 miliardi con il bonus Sud

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bilancio degli incentivi fiscali

Le imprese investono 4 miliardi con il bonus Sud

Il bilancio del “bonus investimenti” al Sud dimostra che gli incentivi fiscali funzionano se non hanno vincoli eccessivi. Dopo il quasi flop della prima versione molto restrittiva del credito d’imposta, la misura - modificata all’inizio del 2017 con un emendamento al decreto Mezzogiorno - ha iniziato a funzionare e ora ha all’attivo benefici fiscali per 1,5 miliardi ai quali corrispondono 14.204 investimenti privati per un ammontare di poco meno di 4 miliardi. Le correzioni riguardarono l’incremento delle aliquote di agevolazione, il metodo di calcolo, le dimensioni dei progetti ammissibili, la cumulabilità con altre forme di investimento, l’inclusione della Sardegna in aggiunta a Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e alcune zone di Molise e Abruzzo. Il vecchio credito d’imposta, tra metà 2016 e febbraio 2017, aveva attivato la metà delle operazioni e circa un quarto dell’investimento lordo.

Direttiva sui programmi di spesa entro febbraio
I dati sono stati presentati ieri in una conferenza stampa da Claudio De Vincenti, ministro per il Mezzogiorno. De Vincenti, dopo aver fatto anche il punto sui Patti per il Sud e la spesa dei fondi Ue, ha analizzato lo stato di attuazione dei provvedimenti ancora mancanti all’appello. A partire dalla riserva al Sud di una quota minima pari al 34% di spesa ordinaria in conto capitale delle amministrazioni centrali (ministeri e presidenza del Consiglio). Il Dpcm è stato pubblicato, ma manca la direttiva della presidenza del Consiglio sui programmi di spesa da ripartire, in teoria - diceva il decreto Mezzogiorno - già a partire dalle legge di stabilità 2018. Dai ministeri filtra scetticismo sulla reale possibilità di andare fino in fondo: l’operazione è giudicata troppa complessa e vincolante. «Ma l’obiettivo resta varare la direttiva entro febbraio» dice De Vincenti.

Prime due Zes al debutto
Per quella data, aggiunge il ministro, potrebbero anche diventare operative le prime due zone economiche speciali, in Campania e Calabria, le regioni che sono più avanti nell’iter. Va ricordato che in questo caso va pubblicato il Dpcm sulle regole generali («ha appena avuto il parere positivo del Consiglio di Stato e il premier potrebbe firmarlo nei prossimi giorni»), poi per ogni zona economica speciale servirà un ulteriore Dpcm. Altro obiettivo pre elettorale: costituire il Fondo per la crescita dimensionale delle imprese del Mezzogiorno che sarà gestito da Invitalia.

Interventi per 28 mld nel 2017
Come detto, in conferenza stampa De Vincenti ha poi fatto il punto sulla spesa delle risorse straordinarie. Nel 2017 sono stati attivati interventi per 28,7 miliardi, di cui 19,9 miliardi a valere su fondi strutturali e 8,8 miliardi di Fondo sviluppo e coesione per i Patti Sud varati con Regioni e città metropolitane. Per «attivati», il governo intende lavori in esecuzione, in affidamento o progettazione in corso. Il livello di lettura successiva riguarda i pagamenti effettuati. Qui i numeri dicono che su 51,8 miliardi di fondi Fesr e Fse 2014-2020, ai 19,9 miliardi di interventi attivati corrisponde una spesa certificata pari a 2,6 miliardi («vuol dire che è stato centrato l’obiettvo Ue» dice De Vincenti).Per quanto riguarda il Fondo sviluppo e coesione e i Patti Sud, a fronte degli 8,8 miliardi “attivati” nel 2017 ci sono stati pagamenti per 3,2 miliardi.

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