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Mattarella contro l’astensionismo: «Nessuno deve chiamarsi…

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«lavoro resta emergenza nazionale»

Mattarella contro l’astensionismo: «Nessuno deve chiamarsi fuori»

Un richiamo contro il rischio astensionismo, facendo «la nostra parte per il bene comune», perché «nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a guardare». Un appello a rispettare la Costituzione in ogni sua parte, sottolineando l’attualità dell’articolo 11 della Costituzione, che afferma che l'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Il lavoro come «emergenza principale del nostro Paese». La sintonia con il magistero di Papa Francesco. Il dialogo con i giovani definito «fondamentale». Sono i temi principali evidenziati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un intervista rilasciata al settimanale Famiglia Cristiana.

Mattarella: astensionismo? Nessuno deve chiamarsi fuori
«La responsabilità verso la nostra comunità nazionale, la Repubblica, ricade in misura prevalente, su chi ha chiesto e ottenuto di assumere compiti istituzionali
ma si pone anche su ciascuno di noi cittadini, chiamati a far la nostra parte per il bene comune. Chi avverte autenticamente il proprio status di cittadino non si sente un creditore che esige soltanto, ma avverte che siamo tutti creditori e debitori nei nostri comportamenti. Nessuno deve chiamarsi fuori o limitarsi a
guardare» ha detto il presidente della Repubblica parlando del rischio astensionismo in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.

Lavoro resta principale emergenza Italia
Quanto alle priorità nazionali, Mattarella ha citato gli ultimi dati Istat per evidenziare come «negli ultimi tempi si sia registrato un sensibile miglioramento» ma la mancanza di lavoro, nonostante ciò resta l'emergenza principale del nostro Paese». «È un problema fondamentale, - ha aggiunto - particolarmente avvertito in alcune fasce di popolazione (giovani e donne) e nel Mezzogiorno. Scontiamo gli effetti della gravissima crisi degli anni passati, che si stanno progressivamente riassorbendo».

Italia ben presente in Europa con sue proposte
Mattarella ha difeso poi il ruolo che l’Italia si è saputa ritagliare in Europa. «Francia e Germania hanno progressivamente rafforzato la collaborazione fra loro: intendono rilanciare ulteriormente questo legame, stimolando anche la crescita dell'integrazione dell'Unione. L'Italia è presente nelle proposte e nella loro discussione, sia con iniziative proprie che riguardo all'agenda indicata dalla Commissione europea guidata da Juncker» ha detto il capo dello Stato, citando a mo’ di esempio la «competenza» nel guidare «il vertice di Roma, in occasione del 60° anniversario dei Trattati europei, con l'indubbio successo di un impegnativo documento che guarda al futuro, sottoscritto da tutti i 27 membri».

“La mancanza di lavoro, nonostante negli ultimi tempi si sia registrato un sensibile miglioramento, resta l'emergenza principale del nostro Paese”

Sergio Mattarella, presidente della Repubblica 

Si profilano per Mattarella due diverse sensibilità: una che tende a un’immagine di Europa “fortezza”, divisa al proprio interno da una mediocre contesa circa l'accaparramento di residui benefici; l’altra consapevole che i valori di libertà e democrazia, benessere e diritti, su cui si fonda l'idea di Europa - come ha dimostrato la lungimirante e generosa inclusione dei popoli dell'area centro-orientale del continente reduci dall'esperienza sovietica - sono validi laddove vengano condivisi con i Paesi a noi geograficamente vicini». Chiaro che il capo dello Stato opti per la seconda.

Articolo Carta ripudio guerra sempre più attuale
Quanto al tentativi fallito di modifica della Costituzione con il referendum del 4 dicembre 2016, Mattarella ha difeso il suo ruolo del garante della Carta nella sua interezza. «Non sta a me dire se le iniziative di modifica, realizzate o non riuscite, siano state opportune o inopportune - ha argomentato - Sta invece a me dire, e far sì, che la Costituzione in vigore venga rispettata e osservata non soltanto nei suoi principi, ma anche nella sua seconda parte». Mattarella ha sottolineato l’attualità dell’articolo 11 della Costituzione, che afferma che l'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

La sintonia con il magistero del Papa
Rivendicata poi la forte sintonia con il Pontefice. «Il Papa ha inciso profondamente nella sensibilità generale e nei rapporti tra le religioni. Anche per questo rappresenta un punto di riferimento, nella fiducia e nell'affetto, per credenti e non» ha detto Mattarella, che si è detto «entusiasta» del magistero di Francesco e ha ricordato come «nelle due occasioni di incontro, in Vaticano e al Quirinale, è emersa appieno una grande sintonia di orientamenti e valutazioni sulle principali questioni che il mondo di oggi presenta».

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