La ripresa c'è, maneggiare con cura. E'il pacato suggerimento ai policy maker desumibile dall' ultimo bollettino economico della Banca d'Italia. Via Nazionale certifica infatti che nel quarto trimestre del 2017 l'attività produttiva dovrebbe essere cresciuta dello 0,4 per cento; e, soprattutto, spiega che nonostante il recente rialzo dei prezzi del petrolio e l'apprezzamento dell'euro sul dollaro, il nostro Paese potrà comunque contare, dopo l'1,5 per cento messo a segno lo scorso anno, su un aumento del Pil dell‘1,4 per cento quest'anno e dell'1,2 per cento nel 2019 e nel 2020.
Anche per l'Italia, insomma, il barometro della congiuntura continua ad essere favorevole, pur se con un'intensità minore che nel resto d'Europa (nell'eurozona il Pil nel 2018 dovrebbe aumentare del 2,3 per cento). A garantire una prospettiva positiva all'economia italiana provvederà la domanda interna, con investimenti in aumento e fiducia di famiglie e imprese in risalita, nonché un'intonazione ancora espansiva per quest'anno sia della politica di bilancio sia della politica monetaria. Quest'ultima, spiega via Nazionale, potrà sostenere ancora la crescita per circa mezzo punto l'anno nel biennio 2018-2019.
Il report di Bankitalia mette poi in evidenza una serie di elementi positivi, conseguiti dal nostro paese sotto il profilo della sostenibilità finanziaria: tra gennaio e novembre del 2017 è aumentata la domanda di titoli italiani da parte dei non residenti(25,5 miliardi di euro di acquisti netti in tioli pubblici e privati) e il saldo debitorio sui pagamenti europei Target due si è pressoché stabilizzato; l'Italia conta inoltre su un avanzo di parte corrente dei conti con l'estero pari al 2,8 per cento del Pil e su un consistente miglioramento della posizione debitoria netta del Paese, scesa al 7,8 per cento del prodotto.
Non basta. Il consolidamento della crescita sta continuando a migliorare la qualità dei prestiti bancari (il flusso dei nuovi crediti deteriorati è sceso all'1,7 per cento, sotto i livelli pre-crisi) e i coefficienti patrimoniali delle banche significative sono aumentati, all'11,8 per cento. Quanto alla finanza pubblica, il Bollettino stima che nel 2017 il il rapporto fra debito e Pil sia lievemente diminuito (l'obiettivo dal governo è 131,6%,contro il precedente 132%).
Su questa previsione di moderato ottimismo gravano tuttavia dei rischi al ribasso, avverte Bankitalia. Il primo è esterno: tensioni geopolitiche o cambiamenti inattesi del commercio internazionale potrebbero accrescere improvvisamente l'instabilità dei mercati e i rendimenti.
E poi, con le elezioni alle porte e un'incerta governabilità dietro l'angolo, ci sono i rischi interni, quelli che dipendono da noi. Il nostro scenario, spiegano gli esperti della banca centrale, dipende dalla messa in atto di due condizioni: la prosecuzione di politiche in grado di favorire la crescita di lungo termine, attraverso il sostegno a investimenti e consumi. E la capacità di assicurare credibilità al percorso di riduzione del debito pubblico. Insomma, per usare le parole di Christine Lagarde, «aggiustare il tetto, finché il tempo è bello>.
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