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Bankitalia alza le stime del Pil: +1,4% nel 2018

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Bankitalia alza le stime del Pil: +1,4% nel 2018

  • –Davide Colombo

roma

È una crescita continua ma senza inflazione quella che raccontano le nuove proiezioni della Banca d’Italia per l’economia nazionale. Nel Bollettino economico diffuso ieri gli analisti di palazzo Koch offrono numeri lievemente migliori rispetto a quelli dello scorso luglio e collocano ora la crescita del Pil per l’anno all’1,4%, mentre il 2017 si chiuderebbe su un +1,5% con un quarto trimestre previsto in positivo per lo 0,4% (la stima Istat arriverà il 14 febbraio). Nel biennio 2019-2020 il Pil crescerebbe invece dell’1,2 per cento. L’espansione è trainata nel breve dalla domanda interna e in particolare dalla componente della spesa per investimenti ma, come detto, non è accompagnata da un rialzo dei prezzi al consumo. L’inflazione è vista in discesa quest’anno (dall’1,3% del 2017 all’1,1%) e tornerebbe attorno all’1,5-1,16% nel prossimo biennio.

Le proiezioni sono più favorevoli anche di quelle di ottobre del Fmi e di quelle della Commissione europea e confermano lo scarto della nostra congiuntura con quella dell’Eurozona, che secondo le ultime previsioni Bce crescerà nel 2018 del 2,3 per cento. Ma a questa velocità a fine 2020 il Pil sarebbe inferiore solo dell’1,5% rispetto al livello 2007, con un recupero di circa nove decimi della caduta subìta tra il 2008 e il 2013. Entro il 2020 gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto recupererebbero invece per intero la perdita del 25% registrata con la doppia recessione. Mentre l’espansione dell’occupazione proseguirebbe in misura relativamente sostenuta (in media di circa l’1% l’anno).

In miglioramento anche i conti con l’estero con le esportazione in crescita e un avanzo di conto corrente su livelli elevati, pari al 2,8% del Pil nei quattro trimestri terminanti in settembre; l’avanzo contribuisce al miglioramento della posizione debitoria netta del Paese, scesa al 7,8 % del prodotto. Il consolidamento continua a riflettersi anche nella qualità del credito bancario: il flusso di nuovi crediti deteriorati in proporzione ai finanziamenti è sceso all’1,7%, al di sotto dei livelli registrati prima della crisi globale, mentre il peso delle consistenze degli Npl sul totale dei finanziamenti è diminuito (per i gruppi significativi dall’8,2 al 7,8% al netto delle rettifiche di valore), in larga parte per effetto della conclusione di operazioni di cessione di sofferenze.

Tornando al quadro generale il Bollettino conferma il sostegno determinante delle politiche economiche e monetarie espansive e mette in guardia sui rischi al ribasso legati alle incertezze internazionali, che potrebbero innescare nuova volatilità dei mercati finanziari e dei premi per il rischio. Sul fronte interno: se si sono ridotti i rischi connessi con la debolezza del sistema creditizio, restano invece quelli politici. Un rallentamento nell’attuazione delle misure pro-crescita potrebbe ridurre i potenziali e, allo stesso tempo, «bisogna continuare ad assicurare credibilità al percorso di riduzione del debito pubblico, sfruttando il momento favorevole dell’economia globale».

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