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Camere, dalle carceri all’antiriciclaggio è corsa contro il…

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gli ultimi giorni di legislatura

Camere, dalle carceri all’antiriciclaggio è corsa contro il tempo per 17 pareri al governo

A poco più di un mese dal voto politico si appesantisce il carico di lavoro del Parlamento uscente sui pareri ai decreti del Governo. Ed è corsa contro il tempo per chiudere prima dell’insediamento delle nuove Camere il 23 marzo. Da metà gennaio sono infatti approdati all’esame delle Commissioni di Montecitorio e Palazzo Madama “ai supplementari” altri otto provvedimenti, alcuni di peso, che vanno ad aggiungersi ad altri nove ancora in attesa di verdetto (dei dodici pareri pendenti a inizio gennaio ne sono stati dati, infatti, solo 3).

Gli ultimi atti del governo sottoposti a parere delle Commissioni
Provvedimenti in corso di esame giunti alle camere dopo il 15 gennaio

Sale il carico: carceri, antiriciclaggio e professione forense al rush finale
Il calendario per l’esame degli atti diventa ancora più serrato dati i tempi strettissimi e un carico di lavoro che aumenta. È stato assegnato solo due giorni fa alle Commissioni Finanze e Politiche Ue lo schema di decreto legislativo di attuazione della direttiva europea sull’accesso da parte delle autorità fiscali alle informazioni in materia di antiriciclaggio. La scadenza è il 6 marzo. Ma tra gli ultimi arrivi c’è anche il nuovo ordinamento penitenziario, importante tassello di attuazione della riforma della giustizia penale varata l’estate scorsa, alle Commissioni giustizia e Bilancio da approvare entro il 2 marzo.

In questa legislatura i pareri sui decreti scendono a 369
I pareri delle commissioni non sono vincolanti per il Governo. Palazzo Chigi può non tenerne conto, ma anche le commissioni possono non esprimersi. Tra Dpr, decreti legislativi, ministeriali o della Presidenza del consiglio in tutto in questa legislatura sono passati al vaglio delle commissioni parlamentari 369 atti, in calo rispetto ai 497 della scorsa legislatura. Considerando non solo i decreti ma il complesso degli atti trasmessi dal Governo al Parlamento in questi cinque anni più dell'80% ha ricevuto parere favorevole mentre nel 7% dei casi questo non è stato espresso; per il resto l'esito è stato “non ostativo”. Nessuna valutazione contraria.

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