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Rimpatri, non solo «forzati»: c’è anche la strada…

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oltre 600 nel 2017

Rimpatri, non solo «forzati»: c’è anche la strada di quelli volontari

Il leader di Fi Silvio Berlusconi ha parlato di «600mila migranti che non hanno diritto di restare» in Italia e che vanno rimandati «a casa loro», perché rappresentano «un bomba sociale pronta a esplodere» in quanto «pronti a compiere reati di una bomba sociale pronta ad esplodere». Ma a parte il fatto che le ultime stime della fondazione Ismu parlano di una cifra più bassa di irregolari (491mila), i rimpatri sono complicati, oltre che costosi.

Nel 2017 oltre 6mila rimpatri
Complessivamente, in base ai dati del Viminale, nel 2017 sono stati rimandati nei Paesi d’origine 6.340 stranieri irregolari dall'Italia: erano 5.300 lo scorso anno, con una variazione percentuale positiva del 19,6%. Ma la macchina dei rimpatri è farraginosa. Il primo ostacolo da superare è la stipula di accordi con i Paesi d'origine. L'Italia ne ha con 4 Paesi: Egitto, Tunisia, Marocco e Nigeria. I nigeriani (18.153 persone) sono il gruppo etico più numeroso relativamente agli sbarchi registrati lo scorso anno. Ma che ne è di guineiani, ivoriani, bengalesi e malesi, le nazionalità più frequenti tra gli sbarcati, dopo i nigeriani?

Chi proviene da questi Paesi e non ottiene la protezione internazionale o umanitaria dopo la richiesta d’asilo e dopo gli eventuali ricorsi, non può essere messo su un aereo e rimpatriato. L'espulsione consiste solo in un foglio di via che impone di lasciare il territorio. E anche in caso di accordi stipulati con i Paesi di origine, c’è il problema dei costi. Servono un aereo, un funzionario di polizia, personale medico, agenti di scorta. L’ipotesi avanzata da Berlusconi di un rimpatrio di 600mila irregolari, costerebbe all'erario circa 1,8 miliardi.

Con l’Oim 653 rimpatri volontari dall’Italia
Ma non c'è solo la strada dei rimpatri gestiti dalle forze di polizia. C'è anche quella dei rimpatri volontari nei Paesi d’origine, che avviene in Italia sotto l'egida dell’Oim. L’Organizzazione internazionale per le migrazione nel 2017 ha assistito 653 persone di 57 nazionalità diverse. Le prime 5 sono: Nigeria, Bangladesh, Ghana, Perù e Serbia. Il programma è finanziato dal Viminale. Ed è rivolto a regolari e irregolari, richiedenti asilo (“diniegati”, “appellanti”, in attesa di provvedimento), in difficoltà e vulnerabili. Numerosi gli incentivi economici. Viene garantita, infatti la fornitura dei biglietti aerei e l’assistenza nel rilascio dei documenti di viaggio, nonché l’erogazione di un’indennità di prima sistemazione pari a 400 euro in contanti da corrispondere a tutti i beneficiari prima della partenza (intesa per ciascun componente del nucleo familiare). A ciò va aggiunto un “contributo alla reintegrazione” in beni e servizi erogato nei paesi di origine tramite gli uffici Oim in loco e da assegnare a tutti i beneficiari nella misura di 1600 euro per singoli e capi famiglia, 800 euro per i parenti maggiorenni a carico e 480 per i minorenni a carico (solo se in partenza con il capo famiglia).

Uno strumento, quello dei rimpatri volontari, utilizzato con numeri molto più alti dall’Oim in Libia. Nel 2017 sono stati 18mila i migranti senza diritto all'asilo tornati a casa con rimpatri assistiti, con la cooperazione delle autorità locali .

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