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Dossier Crisi d’impresa fuori dal radar dei partiti

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Dossier | N. 23 articoliCome si vota, candidati e programmi: lo speciale Elezioni

Crisi d’impresa fuori dal radar dei partiti

(Fotogramma)
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Alla fine gli obiettivi non sono molto diversi. E testimoniano di quanto la consapevolezza della necessità di un recupero di efficienza dell’amministrazione della giustizia sia alla fine diffusa. Ma a fare la differenza, anche in maniera profonda, sono gli strumenti per ottenerlo. Con un’avvertenza: il grado di dettaglio dei programmi delle principali forze politiche è profondamente diverso. Quanto a profondità, le misure messe a punto dal Movimento 5Stelle sono assai particolareggiate, mentre quelle della coalizione di centrodestra, forse proprio per essere il frutto di una mediazione, sono assai più generiche.

Nel civile, settore mediamente abbastanza trascurato nelle proposte, è certo comune la dichiarazione di volere tagliare i tempi dei giudizi e recuperare produttività. Ma il centrodestra si limita a evocare un piano straordinario di smaltimento delle cause civili e tempi di durata nella media europea, mentre i 5Stelle scommettono sulla riduzione dei riti, sul cambiamento delle competenze, sulla riarticolazione dei collegi in Cassazione, puntando anche sul potenziamento della class action e sul rilancio del progetto di riforma della disciplina sulle crisi d’impresa, per il resto grande assente dei programmi, messo a punto dal Governo Gentiloni, e su una nuova geografia giudiziaria che prevederà Corti d’appello condivise.

Il Pd intende invece rafforzare il ricorso a mediazione e conciliazione, estendendo il numero delle materie da trattare. Da parte di Liberi e Uguali, la carta vincente dovrebbe essere quella dell’informatizzazione accompagnata da un adeguamento anche della struttura amministrativa e da una contrazione dei tempi della fase istruttoria delle cause.

Per quanto riguarda il penale, se il Pd sottolinea la necessità di una contrazione dell’area del penalmente rilevante rendendo nello stesso tempo più conveniente il ricorso ai riti alternativi, i 5Stelle stringono sulla prescrizione, bloccata dall’inizio del processo o dall’esercizio dell’azione penale. Il centrodestra torna a cavalcare una delle proposte “storiche” di Forza Italia, con l’inappellabilità delle sentenze di assoluzione.

Denso il capitolo reati. Lungo l’elenco, anche su questo fronte delle proposte dei “grillini”: revisione dell’appena introdotto reato di tortura (nella lista anche delle proposte di LeU), inasprimento delle sanzioni per i delitti contro la pubblica amministrazione, con introduzione anche dell’agente sotto copertura e una sorta di daspo per i colpevoli, e la violenza sessuale. Ma dai 5Stelle arriva anche la richiesta di un rafforzamento della legittima difesa, con esimente assoluta quando l’entità dell’offesa non è immediatamente percepibile; in campo poi l’abbassamento a 12 anni dell’età per l’imputabilità dei minorenni.

Sul trattamento sanzionatorio, il Pd chiede la piena attuazione del nuovo ordinamento penitenziario, riforma chiesta anche da LeU che sottolinea l’elevato numero di suicidi, con percorsi individualizzati e ampio ricorso alle misure alternative, trovando un’inedita sintonia anche con il centrodestra che, a sua volta, mette nero su bianco il potenziamento delle misure extracarcere sulla falsariga dell’esperienza positiva della messa alla prova, negando però nello stesso tempo sconti di pena per chi è condannato per reati a elevato tasso di violenza.

Le forze in campo prendono posizione poi a favore di un nuovo ordinamento giudiziario e su questioni a questo collegate. Il centrodestra rilancia la separazione delle carriere, mentre il Pd si sofferma sulla proposta di un riordino del Csm, rendendo più flessibile il sistema di elezione e distinguendo meglio la funzione disciplinare da quella di nomina dei vertici degli uffici. I 5Stelle, a loro volta, avanzano la proposta del sorteggio, dopo autocandidature, per restringere il campo delle nomine sia di fonte parlamentare sia elettiva.

E per i 5Stelle le toghe candidate alle elezioni o a maggior ragione elette non potranno rientrare in magistratura. La specializzazione dovrebbe poi essere formalizzata anche per i magistrati con indicazione dei 4 settori primari: civile, penale, tributario e amministrativo.

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