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C’è da fidarsi degli exit poll? Qual è il loro margine di…

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i sondaggi sul voto

C’è da fidarsi degli exit poll? Qual è il loro margine di errore

Quanto sono affidabili gli exit poll? I sondaggi che per primi domenica ci diranno chi è il vincitore delle elezioni e chi è il perdente, se c’è una maggioranza o se non c’è, ci diranno la verità? Sono queste le domande che assediano gli elettori. In realtà gli exit poll, a detta dei sondaggisti che li forniscono, sono dei normali sondaggi che, come tali, hanno un margine di errore. Margine che, in questo caso, è pari al 2 per cento.

Come funzionano gli exit poll
Gli exit poll consistono in un questionario che viene somministrato ad un campione rappresentativo di elettori all’uscita dal seggio. A costoro viene chiesto di riprodurre il voto così come è appena stato fatto nella sezione elettorale. In questo modo, alla chiusura delle urne, alle 23 di domenica, si potrà avere una prima idea di come sono andate le elezioni. Un’informazione molto importante se si pensa che, per molte ore, duramte lo spoglio non si avranno informazioni più affidabili degli exit poll.

I sondaggisti
«Gli exit poll hanno l’affidabilità di un normale sondaggio. Sono realizzati su un campione rappresentativo e il margine di errore è pari al 2 per cento» dice Nicola Piepoli che, con Antonio Noto e Fabrizio Masia, ha curato gli exit poll che saranno presentati dalla Rai alla chiusura delle urne. Un primo exit poll sarà reso noto alle 23 e comprenderà le interviste fatte fino alle 22. Poi, alle 23 e 30 il secondo con le interviste realizzate fino alla chiusura dei seggi. Poi, con l’arrivo dei dati ufficiali si potrà verificare se «ci hanno preso».

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