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Dossier Tagli a Irap, cuneo e oneri burocratici

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Dossier | N. 23 articoliCome si vota, candidati e programmi: lo speciale Elezioni

Tagli a Irap, cuneo e oneri burocratici

(Agf)
(Agf)

Irap, riduzione del cuneo e taglio dei costi da adempimento. I partiti non scoprono ancora tutte le carte ma hanno già individuato la strada per alleggerire il carico fiscale sulle imprese. Tutti o quasi guardano soprattutto alle piccole imprese e il filo conduttore tra tutti resta la riduzione del costo del lavoro.

Priorità per il Pd sul lavoro stabile. Nel programma per le prossime elezioni si proseguirà sulla scia tracciata dal Jobs act. La novità come già anticipato su queste pagine sarà la riduzione strutturale di 4 punti del cuneo contributivo per i nuovi contratti stabili. Funzionerà così: oggi per chi assume under 35 (under 30 dal 2019) scatta una riduzione del 50% per tre anni. Al termine di questo periodo anziché tornare al 33% di contribuzione l’asticella si fermerà a 29 punti. Non subito ma nell’arco di 4 anni (ogni punto di contributo in meno vale circa 2,6 miliardi). Il Pd rivendica anche la cancellazione del costo del lavoro dall’Irap così come il taglio dell’Ires dal 27,5 al 24%. Ora si guarda a un ulteriore riduzione del prelievo per tutte le imprese al posto di incentivi selettivi. Occorre poi semplificare adempimenti come lo spesometro, garantendo anche una giustizia tributaria più competente, agenzie fiscali più autonome e al servizio dei contribuenti. Va poi completato il percorso di attuazione della delega fiscale, siglare ulteriori accordi internazionali su scambi di informazioni nel contrasto all’elusione e all’evasione, accendendo un faro sull’economia digitale.

Anche il M5S guarda al taglio del cuneo comprensivo della quota Inail. Per una riduzione significativa del carico fiscale sulle piccole imprese, invece, i pentastellati mettono nel mirino l’Irap che va cancellata per piccoli imprenditori e professionisti. Mentre per le altre imprese va trasformata in un’addizionale dell’Ires. Per le attività produttive occorre puntare alla sburocratizzazione che può far emergere anche quell’evasione “involontaria” spesso frutto solo di errori. Addio, poi, agli studi di settore e revisione delle tax expenditures partendo dai 18 miliardi oggi spesi dall’Erario sulle fonti fossili, da riconvertire sulle rinnovabili.

Per Forza Italia al primo posto c’è la flat tax da applicare anche alle imprese. Un prelievo secco in grado da una parte di semplificare gli adempimenti tributari dall’altra di ridudurre il peso delle imposte. Con un percorso che porti poi negli anni successivi a dire addio all’Irap, se necessario trasformandola inizialmente in un’addizionale del nuovo prelievo o e garantendone la fattibilità con un taglio dei trasferimenti alle imprese. La flat tax arriverà solo se saranno assicurate le coperture.

Percorso simile quello tracciato dalla Lega. Armando Siri, responsabile economico, non ha dubbi sul fatto che la riduzione del carico fiscale passa per la flat tax al 15% che per le imprese vuole dire un taglio di 9 punti percentuali del tax rate. Tra flat tax o abolizione dell’Irap la Lega, per omogeneità di intervento, sceglie la prima,lasciando comunque nel mirino l’addio progressivo all’imposta regionale sulle attività produttive. Al primo posto c’è anche la semplificazione degli adempimenti con il taglio degli oneri burocratici che pesano sulle imprese. Stop agli appuntamenti mensili con gli obblighi fiscali e ridurre al massimo a tre gli appuntamenti annuali tra fisco e imprenditori. Ma anche rivedere le 69mila norme che oggi rappresentano una vera e propria palude fiscale accompagnate da circolari, risoluzioni, note e pronunce dei giudici tributari che rendono spesso differente una stessa regola fiscale.

Per Stefano Fassina di Liberi e Uguali la priorità è ridurre il peso fiscale e contributivo su lavoro autonomo, professionisti e ditte individuali. Due le strade per centrare l’obiettivo: ridurre le aliquote Irpef sui redditi più bassi; eliminare l’Irap e la contribuzione sociale e previdenziale e introdurre un’imposta sul valore aggiunto prodotto dall’impresa. Il tutto accompagnato dall’attuazione dell’Iri (imposta sul reddito imprenditoriale) rinviata al 2019, con il voto contrario di LeU, dall’ultima legge di bilancio. Le coperture non arriveranno da una generica lotta all’evasione fiscale. Va riconosciuta nel nostro Paese un’evasione di sopravvivenza da affrontare attraverso la riduzione del carico fiscale e contributivo. Le coperture arrivano invece da misure di contrasto all’elusione fiscale delle grandi imprese e dalla web tax. Sull’Irpef l’idea è quella di ridurre il peso sui redditi più bassi così da consentire un minor carico fiscale sul reddito personale dell’imprenditore che lascia gli utili in azienda tassandoli al 24% proprio grazie alla piena operatività dell’Iri.

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