«Governo con M5s? Voglio vedere cosa vogliono fare. Mio dovere è andare a sentire tutti. Non c’è niente di impossibile e irrealizzabile». Parola di Matteo Salvini che, intervistato a Domenica Live su Canale 5 da Barbara D’Urso, risponde picche a Roberto Maroni. L’ex governatore lombardo qualche ora prima aveva detto: «Vedo impossibile un governo assieme tra Lega e M5S. Mi sembrerebbe un ritorno indietro alla Prima Repubblica, ai governi balneari». Intanto, si intensificano i contatti tra i due leader usciti vincenti dalle elezioni. Questo pomeriggio nuova telefonata tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Quest’ultimo ha annunciato che il colloquio ha avuto un solo scopo: «Far partire il Parlamento».
Il Salvini-pensiero: no a governi di scopo
«Noi abbiamo preso il 37% come centrodestra, che governa la Lombardia e il Veneto, prima ho il dovere di confrontarmi con loro. Dopo di che nulla è
impossibile» ragiona Matteo Salvini. Poi aggiunge: «Non potrei mai allearmi con qualcuno che mi dice “la legge Fornero non si tocca” perché è la prima legge che voglio cancellare. M5s sulla carta è d’accordo», Salvini poi sgombra il campo da un eventuale governo di scopo: «Mi sto battendo contro il governo di scopo - spiega -: dietro c’è la fregatura di chi vuole durare cinque anni». Infine il leader leghista fa sapere come la pensa su un eventuale governo M5S-Pd: «Mi sembra strano che vada al governo chi è stato sonoramente bocciato dagli italiani. Se vado all’opposizione perché si inventano altri giochini, ne risponderanno agli italiani».
Nuova telefonata Salvini-Di Maio
Intanto nel pomeriggio il segretario leghista ha di nuovo sentito (ed è la seconda volta) il leader M5S. «Ho parlato oggi pomeriggio, per pochi minuti, con Luigi di Maio. Con lui ci siamo confrontati sulla questione delle presidenze delle Camere in vista del voto di venerdì prossimo - ha fatto sapere Salvini -. Non abbiamo parlato di nomi né di ruoli. Per quanto mi riguarda sarò contento, come centrodestra, di sentire lui e gli altri esponenti politici nei prossimi giorni con l’unico obiettivo di giungere quanto prima a rendere operativo il Parlamento con la designazione delle rispettive presidenze». Trattaive intense, dunque, ma a quanto pare limitate alle sole presidenze dei due rami del Parlamento. Subito dopo Salvini, Di Maio conferma la telefonata ed aggiunge di aver sentito anche tutti gli altri rappresentanti dei gruppi parlamentari. Nel colloquio fra i due leader di Lega e M5s si sarebbe parlato di figure di alto profilo ma non “sganciate” dai partiti vincitori delle elezioni.
Le critiche di Maroni
Di fronte a questo intensificarsi dei colloqui tra Salvini e Di Maio, anche nella Lega, l’ala più vicina a Forza Italia comincia a storcere il naso. «Se ci fosse la rottura dell’alleanza di centrodestra, qualche conseguenza sul governo delle regioni ci sarebbe - fa notare l’ex governatore lombardo Maroni -, è una questione di coerenza politica. Penso sia una cosa utile da evitare» ragiona l’esponente leghista nel corso di un’intervista a “In mezz’ora in più”, facendo riferimento a Lombardia, Liguria e Veneto. Sulla regione governata da Luca Zaia, Maroni commenta: «È una questione di coerenza perché io non posso governare con una forza politica che a Roma è invece all'opposizione». Quanto alla Liguria, ci sarebbero problemi perché Giovanni Toti «ha una maggioranza risicatissima. La vedo dura».
Ipotesi larghe intese
Maroni, che appartiene all’ala leghista più vicina a Forza Italia e al suo leader Silvio Berlusconi e quindi anche più distante dai Cinque stelle, si dice più favorevole all’ipotesi di un governo di larghe intese: «Con le larghe intese il centrodestra si salverebbe e si potrebbe andare a votare assieme alle europee: rispetto al Rosatellum meglio il Porcellum». Il consiglio a Salvini è quello di «saper aspettare»: «Gli auguro di diventare il leader di centrodestra, di diventare premier - incalza Maroni -. Ma mi auguro che il centrodestra, un patrimonio che abbiamo creato con Bossi, non venga distrutto. Salvini aspetti i tempi giusti». E ancora: «Salvini ha avuto una grande vittoria elettorale, adesso la trasformi in vittoria politica. Non sia una vittoria di Pirro, dialoghi con tutto il centrodestra. Se così farà - conclude - senza spaccare la coalizione, vedo anche la possibilità di
erodere M5S».
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