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Mondo di Mezzo, il procuratore generale: «Era una associazione di…

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Il processo di Appello

Mondo di Mezzo, il procuratore generale: «Era una associazione di stampo mafioso»

La presunta struttura criminale «che faceva capo a Massimo Carminati non era una semplice associazione a delinquere ma un’associazione di stampo mafioso». Il procuratore generale di Roma Pietro Catalani compare davanti ai magistrati della Corte d’Appello della Capitale per chiedere che sia confermato l’impianto accusatorio formulato dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, che ha ricostruito assieme a un pool di pubblici ministeri capitolini la presunta rete mafiosa orchestrata da Carminati e dai suoi sodali: un presunto clan «originale» e «originario».

Il procuratore generale: «In primo grado una operazione notarile»
Il pg ha criticato la sentenza della X sezione penale, che in primo grado ha assolto gli imputati dall’accusa di associazione di tipo mafioso. I giudici, infatti, ritennero che si trattasse di due diverse organizzazioni legate a Carminati e all’imprenditore Salvatore Buzzi. Secondo il pg Pietro Catalani, in primo grado «è stata fatta una operazione notarile». Ha aggiunto che «non ci sono due organizzazioni, va invece riconosciuto che c’è una unità di vertice in Carminati. Ci possono essere dei comparti diversi, ma resta il vertice e la direzione».

Il silenzio di Buzzi su Carminati: la presunta omertà
Catalani definisce Carminati e Buzzi come «uomini intelligenti, che sanno cosa fare. Buzzi non parla di Carminati eppure grazie alle sue parole sono stati condannati due alti dirigenti come Odevaine e Panzironi. Di fronte a Carminati però tace. A nostro parere è un esempio della omertà intrinseca tipica delle organizzazioni mafiose». Il pm Luca Tescaroli durante requisitoria ha voluto sottolineare il carattere anche intimidatorio dell’organizzazione. «Non serve solo il controllo del territorio. Questa è una storia di corruzione che è di per sé un veicolo criminogeno - ha spiegato - Si convince chi prova a resistere, si passa sopra a tutti gli altri. non va dimenticato che contiamo 11 episodi di violenza od intimidazione. È la dimostrazione che se non si rispettavano le regole il sodalizio entrava in azione. Con le cattive».

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