«È il momento di scaricare a terra tutti i fondi che abbiamo a disposizione, ma per questo c’è bisogno di capacità amministrativa e di fare gioco di squadra tutti insieme». Per Stefan Pan, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze regionali e per le politiche di coesione, l’Italia ha fatto importanti passi in avanti nella programmazione dei fondi come dimostra il caso positivo del piano infrastrutturale «connettere l’Italia» allegato al Def 2016 e 2017 che stabilisce in modo chiaro, strategie, obiettivi e iter per la programmazione delle opere. Un piano da oltre 130 miliardi fino al 2030 su cui ieri è stato fatto il punto a Roma in un incontro durante il quale è stato presentato un volume - promosso da Ram - che ne fa un primo bilancio. «C’era l’obiettivo di connettere di più l’Italia con se stessa con l’Europa e con il mondo», spiega il ministro uscente delle Infrastrutture Graziano Delrio ripercorrendo il lavoro fatto nei tre anni al Mit. «Con il fondo di progettazione che abbiamo previsto, contiamo di vedere - aggiunge Delrio - anche i Comuni riprendere la spesa, dopo lo sblocco del patto di stabilità e le risorse messe a disposizione».
Stefan Pan ricorda poi come sul fronte dei fondi europei Confindustria sia impegnata in «un grande lavoro» che passa anche dall’alleanza con le rappresentanze industriali di Francia e Germania per dare una svolta alla nuova programmazione in modo da rendere questi fondi «più veloci e semplici da utilizzare e con meno priorità, ma tutte da attuare».
In particolare il vice presidente di Confindustria si dice convinto della necessità di spiegare sempre meglio come i fondi europei per la coesione se hanno una chiave industriale siano fondamentali per aiutare i «Paesi europei a integrarsi e a rendere soprattutto l’Europa più competitiva». Infine Pan per il Fondo sviluppo e coesione suggerisce la possibilità di utilizzare le risorse pubbliche anche nella fase progettuale per dare più qualità alle proposte.
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