Immersi fra i tanti marchi storici del design italiano e internazionale, capita sempre più spesso che i brand debuttanti al Salone del Mobile siano dei “nativi digitali”: è la tecnologia, infatti, il terreno primario sul quale sviluppano la loro identità e i loro progetti. Fra gli esordi di quest’anno uno dei più attesi è certamente quello di Google, nella veste di creatore di spazi domestici connessi e interattivi: nello spazio di Rossana Orlandi la piattaforma propone ai visitatori uno spazio interattivo e immersivo e presenta sei arazzi firmati dalla designer olandese Kiki van Eijk che inglobano oggetti hi-tech disegnati da Google.
A presentare le sue creazioni a Milano per la prima volta è anche il nuovo marchio spagnolo Nagami, che porta in città una collezione di quattro sedie realizzate con stampa 3d e battezzate “Brave New World”, come il romanzo distopico di Aldous Huxley del 1932. Due di queste, Bow e Rise, sono state disegnate dallo studio Zaha Hadid Architects, che ha esplorato ancora una volta le forme della natura, in questo caso particolare il processo di creazione dei coralli, ripensandole in chiave tecnologica. Anche il loro materiale è hi-tech, una speciale plastica biodegradabile ricavata dall’amido di mais.
Un’altra declinazione dell’influenza della tecnologia sul design di arredi e spazi di vita è la creazione di spazi connessi con l’esterno dove mantenere la propria privacy: nel sistema di poltrone e divani Cell, progetto di Dorigo Design per l’azienda vicentina Sitland, le sedute sono dotabili di optional come lettore audio Bluetooth, casse acustiche per ascoltare la propria musica senza cuffie e senza disturbare i vicini, caricatore Usb pop-up per ricaricare uno o due dispositivi mobile contemporaneamente, aircharge surface per ricaricare wireless gli smartphone appoggiando semplicemente il dispositivo al tavolino. Nella versione Cell 128, lo schienale è talmente alto da creare una sorta di bozzolo nel quale rifugiarsi pur restando in costante contatto con il resto del mondo.
Oltre agli oggetti, anche l’organizzazione dello spazio risente dei valori-icona della tecnologia, la connettività, la flessibilità, l’interazione, per cui l’ambiente stesso si evolve in una sorta di piattaforma modulabile e intercambiabile: «Si stanno diffondendo elementi di arredo ibridi che possono essere usati in varie stanze della casa e indifferentemente negli ambienti domestici e contract, come hotel, lounge, uffici - spiega Giulio Cappellini -. Si tratta di arredi che rispettano e spesso anticipano il comportamento del fruitore, che desidera abitare e lavorare in modo più libero e flessibile».
Flessibile, allora, può diventare persino uno degli elementi tradizionalmente più statici di uno spazio, vale a dire la parete: il Dynamic Wall di Clei è una parete in Mdf, un legno artificiale, finita in cemento spatolato a mano, che ospita vani libreria, colonne contenitore e due sistemi trasformabili con letti a scomparsa ad apertura motorizzata, azionata da un telecomando.
Anche un arredo come la cassettiera diventa mobile, quasi ludica, come nel caso della nuova estensione della collezione Teorema firmata da Ron Gilad per Molteni, già vincitrice del Wallpaper design Award 2018 nella categoria “Best Twist Action”: quest’anno, sono i cassetti a poter essere posizionati in asse o inusualmente a 45 gradi rispetto al resto del mobile.
La poliedricità e la libertà compositiva hanno ispirato anche la libreria “Libera”, progetto di Gino Carollo per Ronda Design: pensata non solo come arredo per il salotto ma anche per la camera da letto e l’ingresso, è un arredo componibile magnetico e bifacciale con elementi che si fissano tra loro attraverso un sistema magnetico. Massima libertà e flessibilità compositiva, dunque, che si accompagna a una vasta scelta di colorazioni del metallo ed essenze. Anche la personalizzazione, d’altra parte, rientra nelle più recenti conquiste della nuova rivoluzione tecnologica.
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