Era la prima, emozionante, vittoria di un gruppo cinese all’Award del SaloneSatellite, la “creatura” di Marva Griffin nata per valorizzare le giovani promesse. Ma la parabola dell’architetto Simon Ma, che nel 2015 si è aggiudicato il primo premio con le lampade 3D di Xuberance - il trio creato con la moglie Leirah Wang - è esemplare della complessa operazione culturale condotta finora in Cina dal Salone del Mobile. Si semina bene e si raccoglie: Simon, a novembre 2017, ha fatto parte della giuria del premio al Salone Satellite Award di Shanghai.
Senza questa spinta culturale, l’edizione cinese - favorita da quote crescenti di mercato per il design made in Italy - non avrebbe incontrato il successo che il pubblico cinese ha tributato alle prime due edizioni di Shanghai. A novembre prossimo si replica, per la terza volta, ma l’operazione culturale è ancora molto profonda perchè non è facile. Il Paese pullula di università e di corsi, di aspiranti designer, ma intercettare la scintilla della creatività è un’impresa non semplice.
Un aspetto sul quale i vertici del Salone del mobile non intendono recedere è quello della partecipazione iper-selettiva dei marchi presenti negli spazi del Sec, lo Shanghai Exhibition Center, il Palazzo di foggia sovietica che ospita l’evento e che ogni volta si illumina di rosso, il colore del Salone. I 109 brand che hanno partecipato all’edizione 2017 hanno attirato un pubblico di 20mila persone. Claudio Luti, presidente del Salone del Mobile, ama sottolineare questa caratteristica, l’esclusività, riferendola anche alla tipologia del visitatore. Il successo delle precedenti edizioni si spiega, appunto, con questo rigore nella selezione.
Un contributo alla maturazione della sensbilità cinese viene anche da eventi in ambito FuoriSalone: nel pomeriggio del 17 aprile sarà siglato il Sino-Italian design summit forum, creato da Easyhome Group & Stefano Boeri Architetti, organizzato da Europe Expo service. Easyhome e Red Star sono tra i big player della distribuzione cinese: stanno crescendo anche loro grazie allo scambio culturale con l’Italia.
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