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Dossier La rassegna di Mosca cambia pelle

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    Dossier | N. 16 articoliRapporto Design

    La rassegna di Mosca cambia pelle

    La sensazione è che recuperare le quote di mercato perse negli anni della crisi sarà una battaglia più dura del previsto. E che per farlo, sarà necessario passare per una profonda revisione de «I Saloni Worldwide», cioè la rassegna dell’arredo italiano a Mosca, che si tiene, ogni anno, a ottobre.

    Con una quota di mercato del 23%, preceduta solo dalla Cina (36%) e seguita dalla Germania, il nostro Paese si conferma, anche nel 2017, il 2° fornitore di arredo in Russia. «Il pubblico russo guarda ancora con estremo favore al prodotto italiano: il made in Italy resta sinonimo di qualità e la possibilità di arredare la casa con prodotti italiani rappresenta tra i cittadini russi appartenenti al ceto medio uno status symbol a cui molti aspirano.

    Tuttavia, il crollo del rublo, 4 anni fa, dovuto alla caduta del prezzo delle materie prime e la pesante recessione che ne è seguita, hanno aperto le porte a concorrenti agguerriti, provenienti da Turchia e Cina, che hanno eroso quote di mercato, che ora è più complicato recuperare.

    Dopo il brusco calo del 2014 (-10,7%) e un andamento molto negativo nel 2015 (-27,5%), il 2016 ha registrato un recupero e si è chiuso con una diminuzione meno drastica del -14,4 per cento. Questo trend è continuato anche nel 2017, quando le esportazioni italiane del macrosistema arredamento e illuminazione verso la Russia hanno registrato un -2,2% (comunque pari a oltre 490 milioni di euro). Dinamica che fa crescere l’ottimismo per un’iniziale inversione di tendenza che possa consolidarsi nel corso del 2018.

    «Proprio per rilanciare su un mercato in cui ancora crediamo – ha sottolineato il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini – stiamo riflettendo, assieme alla società che organizza il Salone del Mobile, di modificare il brand della rassegna moscovita, scommettendo sulla necessità di riportare grandi nomi del design e dell’arredo italiano». Una partita, ha concluso Orsini, «che dobbiamo vincere».

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