Plurime bancarotte fraudolente dietro il dissesto finanziario della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo (Banca Tercas spa). Un «sistema» - basato su linee di credito «illecite» che indirizzano nella Banca sammarinese Smib - che ha portato nel corso delle indagini al sequestro di complessivi 525 milioni di euro. Per la bancarotta delle società Dierreci Costruzioni srl e Lupa srl sono stati posti i sigilli a 44 immobili e terreni, partecipazioni societarie e somme di denaro nei confronti di Raffaele Di Mario, ex presidente del Pomezia calcio, Patrizio Blonda e Cosimo De Rosa.
Il dissesto di Banca Tercas
Come sottolineano i magistrati negli atti «il procedimento è strettamente legato a quello concernente il dissesto finanziario
della Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, attualmente in fase dibattimentale, nel cui ambito Cosimo De Rosa, in
qualità di amministratore di fatto della fallita Dierreci Costruzioni srl, è imputato (...) in concorso, tra gli altri, con
Raffaele Di Mario e, in ragione dei legami anche di affari, con l’allora direttore generale dell’istituto di credito teramano,
si appropriava dell’importo di circa 30 milioni di euro -corrispondente al credito vantato da Tercas nei confronti della fallita,
il cui mancato rimborso, classificato “sofferenza” da Banca Tercas, determinava poi la dichiarazione di fallimento della Dierreci
Costruzioni srl».
Conti a San Marino e società di diritto lussemburghese
Gli accertamenti investigativi hanno consentito di «ricostruire i trasferimenti di denaro su conti alla banca estera Smib
di San Marino, presso la quale erano accesi il conto corrente n.2020 intestato alla società sammarinese Metris s.a. di Raffaele
Di Mario e il conto n.2176 intestato alla società fallita Lupa srl». Gli inquirenti hanno anche ricostruito «la titolarità
di quote sociali da parte di società di diritto lussemburghese e la sede estera di società beneficiarie dei proventi delle
distrazioni».
Il ruolo dei commercialisti
Alle presunte operazioni illecite hanno concorso due commercialisti con studi professionali in Roma e Città di Castello (PG),
uno dei quali risultato essere consigliere della Smib, l’istituto dove c’erano i rapporti finanziari delle due società fallite.
I professionisti, occultando le scritture contabili delle società veicolo, hanno reso più difficile la ricostruzione dei flussi
finanziari dall’Italia verso San Marino e viceversa. Gli approfondimenti bancari hanno consentito di individuare la distrazione
di circa 3,2 milioni di euro a favore di una società sammarinese di fatto riconducibile all’imprenditore Di Mario, nonché
la distrazione di 560 mila euro dai conti correnti aperti in San Marino da una delle società fallite: somme ricevute a titolo
di caparre confirmatorie e/o pagamenti affitti di appartamenti siti nella capitale.
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