Pd-M5s, maggioranza sì ma risicata. Soprattutto al Senato. Prima ancora della prova su premiership e programmi, l’eventuale asse fra i Dem e i Cinque stelle deve fare i conti con i numeri in Parlamento. Numeri non particolarmente solidi.
Senato anello debole
La Camera più in sofferenza sarebbe Palazzo Madama, dove i Cinque stelle possono contare su 109 senatori e il Pd dispone di 52 parlamentari. In tutto fanno 161. Il numero necessario per centrare la maggioranza assoluta visto che il plenum è di 320 senatori (manca ancora un seggio non assegnato in Sicilia al M5S). In questo assetto però la maggioranza non dovrebbe faticare a ottenere i voti di Leu che nella Camera alta sono solo 4. In questo modo si arriverebbe a quota 165. Ma probabilmente qualche altro voto potrebbe arrivare anche da altri senatori del Misto (come Emma Bonino) o dal gruppo delle Autonomie che
consta di 8 senatori.
Camera, numeri più ampi
Situazione più facilmente gestibile alla Camera dove i Cinque stelle contano su 222 voti e il Pd su 111. Insieme avrebbero quindi 333 voti, un margine suffciente rispetto al quorum di 316 di Montecitorio. Se a questo gruppo si aggiunge il drappello di Liberi e uguali che conta 14 deputati ed ha ottenuto la deroga per la formazione di un gruppo autonomo, il tesoretto di voti sale a 347, un margine blindatissimo per una maggioranza più che autonoma.
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