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Consultazioni, attacco al record di Amato (83 giorni)

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PASSATO E PRESENTE

Consultazioni, attacco al record di Amato (83 giorni)

(Ansa)
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Due giri di consultazioni guidati dal Quirinale, due mandati esplorativi (uno con supplemento temporale) affidati ai presidenti di Senato e Camera: la crisi che si è aperta con le elezioni del 4 marzo sta scalando la classifica delle trattative più lunghe per la formazione  di un governo dopo il voto nella storia della Repubblica.

Dai colloqui con i presidenti delle Camere al mandato esplorativo, tutte le tappe delle consultazioni

Il primato resta quello del primo esecutivo di Giuliano Amato, nato nell’estate del 1992 al termine di 83 giorni di travaglio. Dopo la chiusura per fallimento dei rapporti tra Movimento 5 Stelle e Lega, per capire se il matrimonio alternativo tra pentastellati e Pd si può fare bisognerà attendere la Direzione democratica convocata per il 3 maggio. A quel punto saranno passati 60 giorni dal voto e il sorpasso sui governi più lenti a nascere dopo quello di Amato, Letta e Andreotti (62), sembra scontato. Ecco un diario di questi giorni incrociato con la cronaca del passato.

Nel passato: martedì  6 maggio 2008. Al Quirinale si svolge un incontro informale fra il capo dello Stato Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi, leader del centrodestra vincitore delle elezioni: nel pomeriggio cominciano le consultazioni. Mercoledì: Napolitano convoca il Cavaliere per affidargli l’incarico, Berlusconi  ha con sé la lista dei ministri. Giovedì: il governo giura.

A 24 giorni dalle elezioni c’è un governo in carica

 Oggi: 28 marzo (24° giorno dal voto del 4 marzo 2018). «Ci sono convergenze sui temi, sia a destra che a sinistra» dice Luigi Di Maio dopo aver visto i gruppi parlamentari in vista delle consultazioni al Quirinale che partiranno il 4 aprile. Ma il Pd non è  andato all’incontro: «Insiste a essere freno al cambiamento» commenta il leader politico del Movimento 5 Stelle. Le cronache registrano anche la posizione della Lega, ribadita da Matteo Salvini: «Dialogo con tutti, subalterni a nessuno».

A 24 giorni dal voto siamo ancora al riscaldamento

 Nel passato: anno 1996, il 21 aprile l’ Ulivo vince le elezioni. La maggioranza è autosufficiente al Senato ma alla Camera i voti di Rifondazione comunista sono determinanti. Il 16 maggio il capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro dà  l’incarico a Romano Prodi: il giorno dopo il Professore si presenta con la lista dei ministri che giurano il 18 maggio.

A 27 giorni dalle elezioni c’è un governo in carica

 Oggi: 31 marzo (27° giorno dal voto del 4 marzo 2018). Vigilia di Pasqua, momento di riflessione per le forze politiche. Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono ancora fermi sulla disputa che riguarda la  premiership, i renziani restano  immobili sull’opposizione ma, racconta i retroscena, crescono i dialoganti nel Pd. Il Quirinale prevede tempi lunghi.

A 27 giorni dal voto la situazione sembra pietrificata

 Nel passato: anno 2001, il 13 maggio la Casa delle libertà sconfigge il centrosinistra guidato da Francesco Rutelli. Cominciano lunghe trattative tra gli alleati (Forza Italia,  Alleanza nazionale, Lega, Ccd e Cdu) per comporre il puzzle dei ministri con, in particolare, il nodo del dicastero degli esteri. Il 10 giugno la lista è pronta, il giorno successivo nasce al Quirinale il  secondo esecutivo guidato da Berlusconi.

A 29  giorni dal voto c’è un governo in carica

 Oggi: 2 aprile (29° giorno dal voto del 4 marzo 2018). Vigilia del primo giro di consultazioni. M5S e Lega ferme sulle  loro posizioni,  Di Maio e Salvini mettono  l’accento sui programmi e rimandano ancora un faccia a faccia.

A 29 giorni dal voto non si intravedono spiragli, neanche dall’alto del Colle

Nel passato: anno 1968, alle elezioni politiche di maggio la Democrazia cristiana ottiene il 39,1% dei voti. Dopo le consultazioni Giuseppe Saragat  dà l’incarico di formare il nuovo governo al segretario della Democrazia cristiana, Mariano Rumor, che però rinuncia: non ci sono le condizioni per  un esecutivo di centro-sinistra. Tocca a Giovanni Leone  che scioglie positivamente la riserva e dà vita ad un monocolore di soli democristiani.

A 36  giorni dal voto c’è un governo in carica

 Oggi: 9 aprile (36° giorno dal voto del 4 marzo 2018).Dopo un primo giro di consultazioni al Quirinale andato a vuoto, si attende il calendario del secondo  round. Nel frattempo ancora scintille tra Di Maio e Salvini su un possibile esecutivo insieme: «Zero per cento di possibilità che M5s vada al Governo con Berlusconi» dice il capo politico dei cinque stelle, «Di Maio in questo momento mi interessa meno di zero» replica il segretario leghista.

A 36 giorni dal voto sembra di essere nel film “Ricomincio da capo”: prigionieri di un circolo temporale

 Nel passato: anno 1953, si apre la seconda legislatura della Repubblica. Il presidente del Consiglio in carica è Alcide De Gasperi che, secondo la prassi, presenta le dimissioni del suo settimo esecutivo. Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi affida allo stesso De Gasperi l’incarico di formare il nuovo esecutivo. Seguiranno  trattative lunghe e difficili con i partiti di centro e a metà luglio De Gasperi forma un Governo monocolore democristiano.

A 39 giorni dalle elezioni c’è un governo in carica

 Oggi: 12 aprile (39° giorno dal voto del 4 marzo 2018). Secondo giorno del secondo giro di consultazioni al Quirinale. Alla fine dei colloquio Silvio Berlusconi spiazza i suoi alleati di Lega e Fratelli d’Italia attaccando il Movimento5 Stelle: «Mi raccomando - dice rivolgendosi ai cronisti con una dichiarazione non concordata con Matteo Salvini e Giorgia Meloni - fate i bravi e sappiate distinguere i veri democratici da chi non conosce l’abc della democrazia». Una soluzione si allontana.

A 39 giorni dal voto ci si risveglia in un grande gioco dell’oca

 Nel passato: anno 1994, discesa in campo di Silvio Berlusconi alla guida di Forza Italia e di una doppia alleanza. Lega Nord, Ccd e Unione di Centro (Polo delle libertà) al nord; Ccd e Alleanza nazionale (Polo del buon governo) al centro-sud. Alle elezioni del 27 marzo l’alleanza vince. A un mese e un giorno  dal voto Oscar Luigi Scalfaro conferisce a Berlusconi l’incarico. Il Cavaliere faticherà a  comporre la squadra dei ministri e torna a giurare a Colle solo l’11 maggio.

A 44 giorni dalle elezioni c’è un governo in carica

 Oggi: 17 aprile (44° giorno dal voto del 4 marzo 2018). Fallite le consultazioni, si attende la prossima mossa di Sergio Mattarella per superare lo stallo. Tra le ipotesi un pre-incarico o un incarico esplorativo. Alla fine la scelta del presidente della Repubblica cadrà su un mandato alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati per verificare le possibilità di convergenza tra centrodestra e Cinque stelle.

A 44 giorni dal voto si battono altre strade

 Nel passato: 1972, da Andreotti ad Andreotti. Il 4 giugno il Capo dello Stato Giovanni Leone affida  all’esponente democristiano, presidente del Consiglio uscente  della legislatura precedente, l’incarico di formare il nuovo governo.  La squadra di ministri (ci sono anche liberali) giura il 26 giugno.

A 49 giorni dalle elezioni c’è un governo in carica

 Oggi: 22 aprile (49° giorno dal voto del 4 marzo 2018). Chiusa con un nulla di fatto l’esplorazione di Casellati, è la vigilia del nuovo incarico simmetrico al presidente della Camera Roberto Fico per un accordo tra M5S e Pd. Ma Matteo Salvini chiede ancora tempo per l’altra opzione, un’intesa con Di Maio: «Datemi ancora qualche giorno. Preferisco attendere ancora un po’ piuttosto che sbagliare e dover chiedere scusa per anni».

A 49 giorni dal voto si spegne uno dei due forni pentastellati. Almeno per ora

 Nel passato: 1963, a vuoto il tentativo di Aldo Moro. Il segretario della dc, dopo cinque giorni di consultazioi, viene scelto dal presidente della Repubblica Antonio Segni per formare il nuovo Governo.  È il 25 maggio: il 18 giugno Moro scioglie negativamente la riserva per la mancata ratifica dell’accordo di coalizione voluto dal segretario Pietro Nenni da parte del Comitato centrale del Psi. Tocca a Giovanni Leone che, per assumere l’incarico, si dimette da presidente della Camera. La crisi si risolve.

A 54 giorni dalle elezioni c’è un governo in carica

 Oggi: 27 aprile (54° giorno dal voto del 4 marzo 2018). Il giorno dopo la conclusione con «esito positivo»  del mandato esplorativo di Roberto Fico, si guarda a una nuova scadenza: il 3 maggio, la direzione del Pd si deciderà la posizione del partito  per un accordo con gli ex nemici del Movimento 5 Stelle.

A 54 giorni dal voto gli elettori sono chiamati a esercitare sempre la stessa virtù: la pazienza

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