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La responsabilità dei partiti: sottovalutati i problemi reali

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L'Editoriale|consultazioni

La responsabilità dei partiti: sottovalutati i problemi reali

Il richiamo alla responsabilità rivolto ai partiti dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non può essere sottovalutato. Il rischio è che la speculazione finanziaria possa trarre alimento da questa grave e prolungata fase di impasse politica, mentre si moltiplicano i segnali di rallentamento della congiuntura. L’incertezza investe la stessa manovra di bilancio e la possibilità di evitare l’aumento dell’Iva. Reperire come base minima di partenza 15,4 miliardi (12,4 miliardi diretti a evitare che scattino le clausole di salvaguardia e 3 miliardi per le cosiddette spese indifferibili), è operazione complessa già in tempi normali. In questo delicato passaggio politico/istituzionale assume le caratteristiche di un’impresa dagli esiti incerti, a causa soprattutto della grave sottovalutazione delle vere urgenze del Paese. Tecnicamente è possibile – come ha proposto il leader politico dei Cinque Stelle, Luigi Di Maio – varare un “decretino” in estate o all’inizio dell’autunno con l’obiettivo prioritario di disinnescare le clausole di salvaguardia pronte a scattare dal prossimo anno. Ma è arduo immaginare una tale scelta svincolata dalla legge di Bilancio, che comunque dovrà essere predisposta dal Governo in carica in quel momento (il governo neutrale, di servizio e di garanzia annunciato ieri sera dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella?), esaminata e votata dal Parlamento (l’attuale alle soglie dello scioglimento?) entro il 31 dicembre. Emerge un evidente problema di copertura, che è questione politica prima ancora che tecnico/contabile. Dove recuperare 15,4 miliardi, cui andrebbero aggiunti gli eventuali interventi di politica economica e la probabile correzione dei conti, che Bruxelles per ora ha congelato ma che potrebbe chiedere da qui al prossimo autunno, per altri 3,5-5 miliardi?

Il Governo che se ne facesse carico dovrebbe comunque contare su una maggioranza parlamentare in grado di avallare scelte rilevanti per il Paese. Dalla selezione delle spese da tagliare, alla possibilità di aprire una trattativa con Bruxelles per provare a spuntare almeno un margine di flessibilità, così da attenuare il peso della manovra complessiva. Il decreto legge andrebbe comunque convertito in legge entro sessanta giorni. E le coperture dovranno essere certe e strutturali con effetto pluriennale, così da incidere sui 19,1 miliardi di ulteriori clausole in agenda nel 2020. Non sembra che vi sia in questa fase piena consapevolezza della portata della posta in gioco. Prevalgono i tatticismi e gli interessi di parte. Sergio Mattarella ne ha avuto conferma nel nuovo giro di consultazioni di ieri. Blindare i conti pubblici è la priorità per il Colle, per gli evidenti rischi che stiamo correndo, come ha ricordato chiaramente Mattarella al termine del nuovo round di consultazioni al Colle. L’accordo “minimo” tra i partiti dovrebbe quanto meno evitare che da qui all'autunno il Paese ripiombi nell’incubo di una grave crisi finanziaria.

Rischio scongiurato finora grazie soprattutto all’”ombrello” della Bce (l’acquisto di titoli sovrani al ritmo di 30 miliardi al mese), che però si avvierà a chiudersi nel corso del 2019. Crisi politica e crisi finanziaria: un binomio perverso con cui già abbiamo fatto i conti, nel 1992 e nel 2011. In assenza di coperture certe (che presuppongono appunto un accordo politico chiaro su dove andare a reperire le risorse), pare improbabile che si possa evitare che scattino le clausole di salvaguardia. E la stessa legge di Bilancio sarebbe a rischio, tanto che si dovrebbe rispolverare nell’articolato armamentario della “prima Repubblica” anche l’extrema ratio: il ricorso all’esercizio provvisorio, con tutte le conseguenze del caso in termini di crollo della fiducia sui mercati. Scenari da scongiurare, con un sussulto di responsabilità anche nel caso di voto anticipato addirittura a luglio, che costituirebbe un altro inedito di questa convulsa fase politica.

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