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Casamonica, quattro arresti per il raid in un bar di Roma

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il gip: padroni del territorio

Casamonica, quattro arresti per il raid in un bar di Roma

Sono quattro gli arrestati per la duplice aggressione avvenuta al “Roxy bar” di via Salvatore Barzilai alla Romanina, nella zona est di Roma, il primo aprile scorso. Ad Antonio Casamonica e di Alfredo Di Silvio, di 26 e 22 anni, fermati questa mattina all’alba dagli uomini della Squadra mobile della Polizia perchè ritenuti i responsabili materiali del pestaggio si sono poi aggiunti altri due ricercati. Si tratta di Vincenzo ed Enrico di Silvio, di 28 e 71 anni, che sentendosi braccati dalle Forze dell’ordine si sono costituiti spontaneamente alla stazione dei Carabinieri di Tor Vergata. L’inviato di Nemo, Nello Trocchia e il filmaker Giacomo del Buono, presenti al momento dei primi due arresti, hanno subito l’aggressione verbale dei familiari, uno dei quali ha colpito la telecamera con uno schiaffo spaccando il led.

Gip: elevato pericolo di intimidazione dei testi
«Appare evidente che i Casamonica e i Di Silvio siano assurti a padroni del territorio e che l'aggressione della donna prima e la spedizione punitiva nei confronti del barista, con annessa devastazione del locale dopo, abbiano costituito una rivendicazione di tale diritti», si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Clementina Forleo. «Va evidenziato - prosegue il documento evidenziando l’elevato pericolo di intimidazione dei testi che giustifica le esigenze cautelari nei confronti degli arrestati - come già lo stesso giorno dell'aggressione anche mediante alcuni familiari e facendo leva sulla forza di intimidazione derivante dall'appartenenza alle ”famiglie”, hanno avvicinato i gestori del bar per indurli a ritrattare». Al momento, le ipotesi di reato per cui si procede sono quelle di lesioni, minacce e danneggiamento con l’aggravante delle modalità mafiose, contestate in particolare ad Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio, autori dell'aggressione.

Minniti: in Italia nessuno spazio a impunità
Gli esponenti del clan Casamonica-Di Silvio picchiarono il titolare del bar, un cittadino romeno di 39 anni, e una cliente disabile che avevano reagito ai loro soprusi. A scatenare l’aggressione, denunciata dalle vittime, la pretesa di essere serviti per primi perchè «qui noi siamo i padroni, è tutto nostro». Ora il ministro dell’Interno Marco Minniti promette che l’episodio «non resterà impunito».In Italia - ha assicurato commentando gli arresti - «non c'è spazio per alcuna impunità». Il titolare del Viminale si è complimentato con il capo della Polizia Franco Gabrielli per l'operazione e ha espresso uno «speciale ringraziamento» alla procura di Roma che «con straordinaria professionalità ha coordinato le indagini».

Pm: noi fulminei, nessuna minimizzazione
Da parte loro, gli inquirenti respingono invece l’accusa di aver reagito in ritardo. «Nessuna minimizzazione, nessuna sottovalutazione del caso. L'ordinanza cautelare, con la contestazione dell'aggravante del metodo mafioso a ben quattro indagati, prima volta a Roma, è stata eseguita in tempi non veloci ma fulminei», fanno sapere i Pm della Direzione distrettuale Antimafia, cui è affidato il caso. La denuncia dei fatti in Procura risale all’8 aprile. Nei dieci giorni successivi, spiegano i magistrati, sono stati svolti una serie di accertamenti utili anche a stabilire la competenza dell'Antimafia. «Nell'immediatezza dei fatti avremmo pure potuto procedere a un fermo di polizia per il reato di lesioni -
chiariscono gli investigatori - ma è stato deciso di contestare un reato più complesso che processualmente avrà un'attenzione e un esito diverso».

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