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Renzi: se si vota presto il nostro leader sarà Gentiloni

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scenari elettorali

Renzi: se si vota presto il nostro leader sarà Gentiloni

«Tendenzialmente» sarà Gentiloni, «specie se si voterà presto». Matteo Renzi, a Di Martedì su La7, prende posizione su chi sarà il leader del centrosinistra alle elezioni. Unica avvertenza, che a dire l’ultima parola sulla guida del fronte sarà il premier ora in carica per gli affari correnti («non voglio tirarlo per la giacchetta»). Lui in ogni caso è fuori, a cominciare dalla corsa per le prossime primarie dem.

Gli scenari si sovrappongono in attesa delle mosse del Capo dello Stato. Ma con elezioni non più troppo lontane, comunque si giri e si volti la questione, secondo il segretario dimissionario è il momento che il Pd «si tolga di dosso la polvere della rassegnazione, si metta in moto, faccia campagna elettorale, anche se a me sembra folle farla ad agosto. Ma ieri si son visti Salvini e Di Maio per decidere... Io ricordavo che decideva Mattarella. Secondo me il Pd e il centrosinistra dovrà fare campagna elettorale sulla logica della responsabilità contro i campioni mondiali delle promesse».

«Post elezioni una buffonata, serve un sistema diverso»
Finché mancherà un sistema elettorale e istituzionale diverso «questo Paese non sarà mai governato in modo chiaro. Serve una legge elettorale come quella dei sindaci, che noi avevamo messo con l'Italicum, chi vince vince. E se hai fatto una promessa a vuoto ne rispondi di fronte agli elettori». Renzi rivendica di averci almeno provato. «Io sono andato a casa per fare quella cosa lì, il referendum, l'Italicum ed evitare questa buffonata (post elezioni, ndr). Il Rosatellum l'hanno votato tutti tranne i Cinque Selle, ma la mia proposta era
l'Italicum».

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«Salvini-Di Maio professionisti delle promesse»
Prende corpo una parziale autocritica, almeno limitata al fattore temperamentale, nell’attacco che più dietro non può essere ai due capi partito premiati dal voto di inizio marzo. «In quattro anni molte cose che ho fatto hanno provocato divisioni, è vero. Però io mi giro indietro e guardo a come era l'Italia quattro anni fa. Era una situazione di crisi, il Pil a -2, ma abbiamo fatto molte cose che hanno permesso di uscirne, e in cui rischiamo di tornare con questi professionisti delle promesse. Meglio uno che ha un caratteraccio che due che giocano a fare i simpatici e che trascinano a una campagna elettorale persino sotto l'ombrellone». L’ex premier di dice «curioso di sapere come Salvini giustificherà all'operoso veneto che andrà a pagare il reddito di cittadinanza a quello che rimane a casa sul divano. Salvini e Di Maio si amano ma le famiglie non sono d'accordo. Quello che mi colpisce di Di Maio è straordinaria capacità di cambiare idea, come Marx, non Karl ma Groucho qaundo dice questi sono i miei valori, se non vi piacciono li cambio».

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