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Mattarella avverte M5s e Lega: presidente non è un notaio

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il ricordo di luigi einaudi a dogliani

Mattarella avverte M5s e Lega: presidente non è un notaio

Nel giorno dell’incontro a Milano tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio per definire i contorni di un accordo di governo giallo-verde, un avvertimento chiaro a Lega e M5s (mai citate espressamente) è arrivato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che a Dogliani (omaggiando e ricordando il pensiero dell'ex capo dello Stato Luigi Einaudi a 70 anni dall'insediamento) è ricorso a continui paralleli con l'attuale situazione politica, ricordando le prerogative del Colle sancite dalla Costituzione: la nomina del premier spetta al Capo dello Stato; solo robusti contropoteri possono impedire abusi; la scelta dei ministri è importantissima; no a leggi prive di una solida copertura finanziaria; vale una penetrante “moral suasion” nei rapporti con il governo.

Mattarella: Capo Stato tutore osservanza Carta
«Solo una società libera e robusti contropoteri avrebbero impedito abusi»: questa, secondo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fu una delle «convinzioni più profonde» dello studioso Einaudi che, «sin dal suo messaggio alle Camere riunite in occasione del giuramento ricordò il ruolo di 'tutore' dell’osservanza della legge fondamentale della Repubblica» attribuito al capo dello Stato.

Questo, ad esempio un passaggio dell’intervento di Mattarella, che, sempre citando il pensiero di Einaudi, ha ricordato come per quest’ultimo il presidente «può e deve rimanere dormiente per lunghi decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce unanime, anche se tacita, del popolo gli chiede di farsi innanzi a risolvere una situazione che gli eletti del popolo da sé, non sono capaci di affrontare». Difficile non pensare all’ipotesi di governo «neutrale» ventilata nei giorni scorsi da Mattarella al termine del terzo giro di Consultazioni senza accordo tra le forze politiche

«Scelta ministri importantissima»
Mattarella, in una fase delicata della politica italiana, nella quale il capo dello Stato sarà chiamato a ratificare la nominare dei ministri del governo M5s-Lega al quale si sta lavorando in queste ore, ha ricordato inoltre che «tale era l’importanza che Einaudi attribuiva al tema della scelta dei ministri, dal
volerne fare oggetto di una nota, nel 1954, in occasione dell’incontro con i presidenti dei gruppi parlamentari della Dc, dopo le dimissioni del governo Pella». E ha rammentato anche come «con la discrezione e la fermezza che
lo caratterizzavano Einaudi diede vita a un dialogo di permanente leale collaborazione istituzionale, proponendo una penetrante “moral suasion” nei rapporti con il governo, a partire dall’esercizio del potere previsto all'art. 87 della Costituzione, che regola la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa governativa»

«Einaudi su premier usò in pieno prerogative»
Non solo. «Cercando sempre leale sintonia con il governo e il Parlamento, Luigi Einaudi si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta
che lo ritenne necessario» ha ricordato Mattarella, citando «il caso illuminante del potere di nomina del Presidente del Consiglio dei Ministri, dopo le elezioni del 1953 per la quale non ritenne di avvalersi delle indicazioni espresse dal principale gruppo parlamentare, quello della Dc».

«In politica libertà garantita da critica»
E citando ancora Einaudi, ha spiegato che «nella vita politica la libertà non è garantita dai sistemi elettorali, dal voto universale o ristretto, dalla proporzionale o dal prevalere della maggioranza nel collegio uninominale. Essa esiste finché esiste la possibilità della discussione, della critica» Ma Mattarella ha ricordato anche il Luigi Einaudi “europeista e federalista” citando, oggi a Dogliani, il suo scritto dedicato alla ratifica della Comunità Europea di Difesa. «Un testo - ha sottolineato Mattarella - che conserva un'incredibile freschezza», sottolineando che «la civiltà europea avrebbe potuto salvarsi dall’autodistruzione soltanto collocandosi nella prospettiva dell’integrazione e perseguendo la via degli Stati Uniti d’Europa».




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